Nicotina, tracce di sangue sui muri ma anche sul telefono. Il delitto di Garlasco diventa sempre più complesso e nella seconda puntata di Ore 14 Sera, format serale del programma di Milo Infante su Rai 2, l’omicidio di Chiara Poggi è al centro del dibattito. Quello che ci si chiede è: ma la nicotina può davvero essere rilevate nel capello anche dopo 18 anni? A spiegare che sì, è possibile, è Antonino Di Pietro, direttore dell’Istituto Dermoclinico di Milano. Ma la criminologa Roberta Bruzzone, nel corso della puntata, è andata ancora più a fondo nella questione e ha spiegato: “Dipende su quale porzione del capello viene fatta l’analisi. Se la nicotina è stata introdotta nel flusso sanguigno, anche come fumo passivo, viene intrappolata nella struttura cheratinica e ancora oggi si può fare questo esame”. Ma oggi, come spiegato dalla criminologa, nessuno può stabilire se la nicotina trovata sui capelli di Chiara Poggi sia frutto di una contaminazione avvenuta il giorno del suo omicidio. “È un altro dato assolutamente suggestivo e totalmente privo di fondamento, perché potrebbe risalire anche a mesi prima”.

Roberta Bruzzone, nel corso di Ore 14 Sera, è tornata a parlare anche dell’impronta ritrovata sulle scale, e ha spiegato: “Lì non c’è sangue, non c’era e non ci sarà mai”. E ha chiarito: “Quel colore rosso è dovuto alla Ninidrina. È possibile che alcune discromie siano dovute alla presenza di componenti nella superficie su cui si è depositata l'impronta. La Ninidrina tira fuori la componente aminoacidica, quindi è quella paradossalmente più resistente. Quell’impronta poteva essere lì da mesi o anni, le impronte non hanno una data di scadenza”. E ha continuato: “In questo caso quell’impronta potrebbe essere stata lasciata in qualunque momento. L’unica cosa certa è che non c’è sangue. Tanto è vero che Pennini, che ha fatto le prime foto, ha documentato tutto dicendo che quella parete era bianca nella porzione dove ora vediamo la Ninidrina in azione”. E per quanto riguarda invece la macchia di sangue sotto la cornetta, a chi appartiene? Chiara Poggi ha davvero provato ad alzarla per chiamare aiuto? La criminologa in questo caso ha spiegato: “Non ci sarebbe una sola macchia, guardando il pattern ematico se la cornetta fosse stata sollevata avremmo un pattern molto più ampio, invece c’è solo una macchia”.
