La cronaca del delitto di Garlasco, uno dei casi più controversi e discussi degli ultimi anni, torna a far parlare di sé. Durante la trasmissione Ore 14 condotta da Milo Infante, Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa, ha commentato le ultime novità in merito alla riapertura del caso per l'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007. Un caso che, a distanza di 18 anni, è ancora lontano dal trovare una conclusione definitiva. La principale novità riguarda il Dna maschile trovato sotto le unghie della vittima, il cui profilo sarebbe compatibile con quello di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, che ora è di nuovo indagato dalla Procura di Pavia. La questione è complicata dal fatto che la posizione Sempio era già stata archiviata nel 2017, ma oggi le nuove tecnologie di laboratorio potrebbero riaprire la strada a un’accusa di omicidio in concorso con ignoti, o addirittura con Alberto Stasi, l’uomo condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della Poggi. Durante il programma, la Bruzzone ha ridimensionato l'importanza della scoperta. “Era già noto, lo avevo anticipato io stessa a Milo – ha dichiarato la criminologa – il Dna trovato sotto le unghie di Chiara è compatibile con quello di Sempio, ma non è un dato che da solo possa spostare le sorti del caso. Potrebbe esserci stata una contaminazione, anche da pavimento, un'ipotesi improbabile ma non impossibile”.


La Bruzzone ha poi sottolineato che la novità, seppur rilevante, non cambia radicalmente la situazione, ribadendo che la Procura potrebbe essere alla ricerca di un colpo di scena che, in realtà, non ci sarebbe. Secondo la criminologa, la comparazione dei Dna eseguita da un perito del calibro di Emiliano Giardina, nominato ufficialmente per il 9 aprile, potrebbe offrire una maggiore chiarezza, ma non è detto che emerga una prova decisiva contro Sempio. Nel frattempo, la Procura di Pavia ha chiesto di procedere con un maxi incidente probatorio che si terrà il prossimo 9 aprile, durante il quale verranno effettuate nuove analisi genetiche sui reperti dell'omicidio di Chiara Poggi. In particolare, saranno comparati i profili genetici prelevati da tutti gli uomini che hanno avuto contatti con la vittima, tra cui Alberto Stasi, condannato per l’omicidio, e Andrea Sempio, il quale è stato sottoposto a un test salivare lo scorso marzo. Non è la prima volta che l’aspetto genetico viene esaminato in relazione a questo caso. Già nel 2014, la Corte d'Appello aveva incaricato un genetista per analizzare il Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara. Le aspettative sono alte, ma anche le incognite. Se da un lato il Dna di Sempio appare compatibile con quello trovato, dall’altro, come sottolineato dalla criminologa, ci sono troppe variabili che rendono difficile una conclusione certa. La Procura di Pavia sembra puntare molto su questo nuovo round di analisi, ma la verità potrebbe non emergere immediatamente.

