Diciassette anni dopo il delitto di Garlasco, una lesione sulla coscia sinistra di Chiara Poggi torna a far discutere. È una ferita “figurata”, come scrive il medico legale, compatibile – ma non con certezza – con il calpestamento da parte di una scarpa. Forse il tacco, forse la punta. Ma nulla di definito, solo un'ecchimosi con i contorni sfumati. Eppure, tanto è bastato per riaccendere sospetti e illazioni. “Il medico legale parla di una lesione escoriata localizzata nella faccia anteriore della coscia sinistra – ha spiegato Roberta Bruzzone durante la trasmissione Ore 14 – Sembra assumere un carattere figurato, lo mette tra virgolette, corrispondente a un calpestamento violento mediato dal tacco o dalla punta di una scarpa. Nessuno parla di scarpa da donna”. La Bruzzone smonta così, pezzo per pezzo, la suggestione che quella ferita potesse raccontare un'aggressione a due mani: “Alla fine dell’autopsia, quindi all’ultima pagina, 51, si torna a parlare di lesione chimotico-escoriativa della coscia sinistra, che assume carattere di lesione figurata, evocando l'immagine di un calpestamento con interposizione di una scarpa. Io da donna qui non lo vedo scritto da nessuna parte. Evoca, è un margine echimotico, quindi non è che è uno stampo dove c’è un’orma ben definita”.


La scienza, come sempre, prova a tenere il punto, mentre la cronaca riallaccia i fili di vecchie teorie: come quella dell’impronta femminile fotografata nella villetta, misura 36-37. Una traccia mai repertata ufficialmente, che potrebbe appartenere al PM accorso sul posto. Eppure per anni ha alimentato la pista della complicità, della seconda presenza. La giustizia ha dato un nome all’assassino: Alberto Stasi, condannato in via definitiva. Sua la scarpa numero 42, sua la suola a pallini impressa nel sangue. E suo, secondo i giudici, il percorso di morte: prima l’aggressione in soggiorno, poi una seconda vicino al telefono, infine Chiara sollevata, l’impronta di quattro dita nel sangue sulla schiena del pigiama, e scaraventata giù dalle scale. Ma nel bagno non si è lavato le mani. Nessuna traccia ematica nei tubi. Solo quattro capelli lunghi, scuri, mai analizzati. Dettagli che non fanno rumore, ma che restano.

