Dopo quasi vent'anni, l'omicidio di Serena Mollicone, la giovane 18enne uccisa ad Arce nel 2001, sta per essere riaperto, e con esso anche le ombre che ruotano attorno alla morte di Santino Tuzi, il brigadiere dei carabinieri che testimoniò di aver visto Serena entrare nella caserma il giorno della sua scomparsa. La decisione della Cassazione di annullare l'assoluzione per Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, ha riacceso il caso, portando alla luce dettagli inquietanti, tra cui le testimonianze di Tuzi e la sua morte misteriosa, avvenuta nel 2008. Maria Tuzi, figlia del brigadiere, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera, esprimendo la sua speranza che finalmente, con il riaprirsi del processo, venga fatta giustizia sia per sua madre che per la memoria del padre. Maria non ha dubbi: la morte di Santino Tuzi va "riscritta" e la verità, dopo tanti anni, potrebbe finalmente emergere. “Non ero per niente ottimista, ma ora sono commossa e felice, sia per Guglielmo Mollicone che per mio papà. Adesso anche la sua morte verrà riscritta”, ha dichiarato. La vicenda del brigadiere Tuzi è intricata. Dopo aver rivelato dettagli cruciali sul caso, sostenendo di aver visto Serena entrare nella caserma il giorno della sua scomparsa, Tuzi cambiò versione, ritrattando la sua testimonianza in seguito a un primo interrogatorio. Fu proprio quel ritrattare a far nascere dei dubbi tra gli inquirenti, ma secondo Maria, dietro questo comportamento ci sarebbero state pesanti intimidazioni. "Mio padre subì pressioni da Quatrale", ha detto, riferendosi al luogotenente che tentò di evitare che venissero fatte accuse nei confronti di Mottola. Secondo Maria, Tuzi avrebbe seguito le indicazioni ricevute da Quatrale, ma quando rimase solo con il pubblico ministero confermò tutto. Il confronto tra Tuzi e Mottola, disposto dal tribunale, non avvenne mai: tre giorni dopo, Tuzi si "suicidò".


La riapertura del caso segna una nuova fase. Franco Mottola, da parte sua, non smette di proclamarsi innocente. Dopo la notizia della Cassazione, il maresciallo si è detto fiducioso nella giustizia, ma ha ribadito che c’è “un assassino ancora in giro”. Mottola sostiene che le indagini si siano concentrate troppo sulla sua famiglia, tralasciando altre piste. Mentre i legali di Mottola stanno preparando la difesa per il nuovo processo, l'attenzione si sposta sulla figura di Tuzi. Il brigadiere, secondo Mottola, avrebbe agito in modo emotivo e avrebbe rivelato la sua testimonianza troppo tardi. La domanda che rimane è: se Tuzi avesse visto Serena entrare in caserma, perché non lo disse subito a Guglielmo Mollicone quando andò a fare la denuncia? Secondo Mottola, Tuzi non parlò della ragazza fino a sette anni dopo, sollevando ulteriori dubbi sulla credibilità delle sue dichiarazioni. Ora, con la riapertura del caso, si cerca di fare chiarezza sui misteri che ancora avvolgono l'omicidio di Serena Mollicone e la morte di Santino Tuzi. Mentre il nuovo processo prenderà il via, le domande restano senza risposta. Cosa è accaduto veramente a Serena quella mattina nella caserma dei carabinieri di Arce? L’unica certezza, al momento, è che la verità è ancora lontana, ma la speranza di arrivarci si fa più concreta.

