Il delitto di Sharon Verzeni ha un colpevole: Muossa Sangare. Del 31enne reo confesso nato a Milano, da famiglia di origine africana, in questi giorni sono stati tracciati diversi identikit. Dopotutto, perché non rendere ancora più morboso il racconto di un omicidio, compiuto per futili motivi, tracciando il profilo di un aggressore che avrebbe scelto “a caso” la propria vittima perché avrebbe sentito dentro di sé un “feeling”? Non stiamo dicendo che non sia “importante” raccontare chi sia Sangare, anche per provare a ricostruire la sua personalità. Ma perché tirare fuori, a distanza di quasi dieci anni, che l’assassino di Sharon Verzeni ha collaborato con Ernia e Izi? E perché dire che voleva fare X Factor?
Che tipo di narrazione vogliono costruire su di lui i giornali? Perché certo, è innegabile che Moussa Sangare abbia collaborato, nell’ormai lontanissimo 2016, con Ernia e Izi. Ma che senso ha tirarlo fuori oggi? Forse si vuole provare a ribadire, per l’ennesima volta, che il rap genera criminali? Probabilmente è una casualità, ma basare la storia di Moussa Sangare, che non avrebbe un passato da bravo ragazzo, visto che è già stato denunciato da madre e sorella per maltrattamenti, sulla sua esperienza musicale, non avrebbe poi troppo senso. Anche perché, e non per voler basare tutto sui numeri in un momento del genere, non è che Sangare sia proprio un astro nascente della musica italiana. Su Spotify i suoi brani hanno circa mille ascolti. Non parliamo esattamente di un artista che sta facendo “il botto”, e soprattutto non sappiamo neanche che tipo di rapporto abbia con la musica e se la sua reale ambizione sia quella di fare il cantante o il rapper.
Riportare alla memoria fatti o esperienze di anni e anni fa è l’ennesimo “gioco” in cui si va a scavare nella vita delle persone per provare a trovare qualcosa che sia “notiziabile”. Quando la notizia di per sé già, purtroppo, c’è, ed è quella della morte assurda di Sharon Verzeni. E no, evitare di raccontare alcuni particolari su Moussa Sangare non significa difenderlo, ne tanto meno voler costruire una narrazione edulcorata o sbagliata di un assassino. Significa, forse, provare a raccontarlo per qualcosa che possa essere davvero collegato al suo gesto efferato, fatto senza una vera e propria ragione. Moussa Sangare potrebbe avere dei problemi mentali? Al momento non è presente una diagnosi. È un soggetto che in passato aveva dato segni di essere potenzialmente pericoloso? Probabilmente sì, visti i maltrattamenti familiari denunciati da madre e sorella di Moussa Sangare. Perché non focalizzarsi su questo? Forse perché è più semplice costruire una narrazione che faccia click, aizzando le persone, morbosamente curiose. E ancora una volta c’è di mezzo il rap, così si può tornare a dire che è un genere che travia le menti e genera criminali.