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Orsini costava troppo alla Rai?
Mai quanto le "sbronze" di Corona,
le polemiche di Scanzi e gli editoriali di Burioni

  • di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

25 marzo 2022

Orsini costava troppo alla Rai? Mai quanto le "sbronze" di Corona, le polemiche di Scanzi e gli editoriali di Burioni
Scomodo, non allineato e anche un po’ antipatico. Alessandro Orsini ce le ha tutte per farsi odiare, ma anche amare, in perfetta logica bianco o nero sull’asse social-clickbating-share. Ma che ci piaccia o meno, non si capisce perché non possa essere pagato per portare la sua esperienza in Tv. In particolare nel servizio pubblico, dove non è l’unico personaggio divisivo che viene retribuito lautamente. Basta cercare alle voci Scanzi, Burioni, Corona, Littizzetto…

di Riccardo Belardinelli Riccardo Belardinelli

A chi piacesse o meno (soprattutto meno), Alessandro Orsini, il professore di Sociologia del terrorismo della Luiss ultimamente molto spesso in televisione e, appunto, diventato noto per le sue posizioni filo-russe, è stato estromesso dalle trasmissioni di Rai 3. Lo ha comunicato la stessa azienda di servizio pubblico, specificando che il contratto “prevedeva un compenso per la presenza del professor Alessandro Orsini nella trasmissione”. Ma quanto? Il professore ha detto che sarebbe venuto anche gratis a parlare in tv, rinunciando a quello che, secondo quanto riportato dai media, in primis da Il Foglio, sarebbe stato un cachet di 2mila euro a puntata per un totale di sei ospitate. Il diretto interessato, prima della sospensione, ne ha fatte due. Orsini, quindi, se avesse completato il suo giro di chiamate da Cartabianca, programma di Bianca Berlinguer, avrebbe portato a casa ben 12mila euro (lordi).

La conduttrice del programma, Bianca Berlinguer, ha anche protestato per la decisione del consiglio della Rai, visto che Orsini è stato assunto come opinionista per la sua trasmissione per commentare i fatti della guerra in Ucraina. Solo che le sue costanti accuse alla Nato e quelle che risulterebbero a tutti gli effetti delle giustificazioni di Putin non sono piaciute. Così, come accaduto anche la settimana scorsa, il professor Orsini se n’è andato a La7 da Formigli – dove già pochi giorni fa aveva litigato e triggerato gli altri ospiti in studio, fra cui Mario Calabresi.

Se il servizio pubblico si ritiene così tanto premuroso, fine e moralista da poter bloccare l’espressione opinionistica di un suo stipendiato (perché di fatto questo era Orsini) allora ci si chiede cosa ne sia degli altri opinion leaders o presunti tali che la Rai chiama nei suoi palinsesti. Tipo Mauro Corona da Erto, lo scrittore peraltro amico della Berlinguer e ospite di Cartabianca, che prima di strappare i likes per il “donerei un rene a Fedez” per la malattia del cantante, ha bevuto spesso in diretta, o ci è andato direttamente dopo qualche bicchiere. Lo scrittore, come dichiarato da lui stesso, prende 500 euro a puntata da Bianchina: nella stagione scorsa, in onda dal settembre 2020 al giugno 2021 in prime time su Rai 3, è stato ospite per 40 puntate e ha percepito un totale di 20mila euro. Dopo quella stagione, peraltro, Corona era stato allontanato dalla trasmissione della Berlinguer a causa di un diverbio con la stessa, che poi, a causa di uno share non all’altezza delle aspettative, ha spinto la direzione a richiamarlo.

Sempre a Cartabianca, Andrea Scanzi è risultato essere l’unico giornalista ospite stipendiato dal programma del servizio pubblico. Non è stato pubblicato il suo stipendio, ma l’anno scorso, il membro della commissione parlamentare Michele Anzaldi aveva svelato su Twitter proprio la presenza a libro paga della Rai del giornalista italiano più seguito sui social (come svelano classifiche ufficiali). E i virologi? I grandi protagonisti dell’ultimo biennio televisivo italiano? Anche qui, non ci sono cifre certe. Ma fra un Crisanti che si compra una villa palladiana e un Burioni che diventa editorialista su Che tempo che fa, qualcuno si chiede quale sia il cachet dei professionisti della virologia nel servizio pubblico. Anche perché, ora, lo stesso in tanti si chiedono che cosa facciano i virologi adesso che la loro icona mediatica è stata adombrata dagli esperti di guerra.

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Il professor Roberto Burioni ospite fisso a Che tempo che fa

Un’indagine pubblicata da Panorama aveva svelato che, pur senza una certezza definitiva, molti dei virologi comparsi in questi mesi in tv non hanno percepito nulla. Galli, Crisanti e Bassetti (in formazione tipo Zoff, Gentile, Cabrini) avrebbero ammesso di non aver percepito compensi per le loro sortite televisive, fra quelle del servizio pubblico e le trasmissioni private. Anche se Burioni, che ha scelto radicalmente un solo programma, Che tempo che fa, per spiegare e la profilassi e la situazione pandemica, un cachet (e pure ricco) ce lo avrebbe. Secondo quanto detto da Nicola Porro, per Burioni è previsto un compenso di 5mila euro a puntata. Molto più di Orsini, di un altro pianeta rispetto a Corona. Sempre in tema Che tempo che fa, non sono confermate le voci che attribuirebbero a Luciana Littizzetto uno stipendio annuale di 800mila euro. Dove il suo conduttore, Fabio Fazio, per la trasmissione negli studi di via Mecenate a Milano, prenderebbe 2,24 milioni di euro lordi l’anno (secondo il Sole 24 ore).

Orsini quindi è un martire della libertà di espressione della Rai? Probabile. Sui social l’opinione pubblica spazia tra l’indifferenza e la difesa del professore, con ovviamente molti personaggi pubblici che non potevano che politicizzare questo affaire du jour – “il PD esclude Orsini ma tiene Burioni che dice che i tamponi fanno male al cervello” citando un utente su Twitter. Sta di fatto che la cancel culture, quella di cui tanto si parla in America e che, qua da noi, va di moda solo per fare i titoli clickbait, effettivamente non esiste. Orsini, dopo il siluro di Rai 3, ieri sera era appunto da Formigli a Piazzapulita su La7, a gesticolare con le sue manone piatte su quanto la strategia di Zelensky non sia compatibile con la sicurezza della Nato. Probabilmente, Cairo non ha dovuto giocare al rialzo per portarlo nei suoi studios.

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