La guerra tra Russia e Ucraina ha proiettato nelle case degli italiani figure che in precedenza erano di nicchia e specialistiche, ma che ora diventano improvvisamente popolari, almeno per il pubblico televisivo. È il caso di Nathalie Tocci, politologa che dallo scoppio del conflitto si è trasformata in una presenza regolare in tv, in particolare su La7, ma non solo. Una presenza regolare quanto combattiva.
“Difficile parlare della guerra in Ucraina con persone non competenti”: questa la bordata della Tocci a Piazzapulita, che si è scontrata con il conduttore Corrado Formigli dopo che questi aveva dato voce al fisico Carlo Rovelli, contrario all’interventismo europeo. “Sono assolutamente d’accordo con te sull’importanza di mettere in evidenza opinioni diverse – le parole della Tocci rivolte a Formigli – ma a patto che siano basate sulla competenza, una cosa che purtroppo spesso manca in questo Paese. Se oggi parlassimo di fisica, benissimo ascoltare il professor Rovelli, ma stiamo parlando di politica internazionale”.
Ma cosa rende Nathalie Tocci, nata a Roma nel 1977, competente? Il sito dello Iai, ente che dirige, riporta che Tocci è “direttore dell'Istituto Affari Internazionali, professore onorario all’Università di Tübingen e Pierre Keller Visiting Professor alla Harvard Kennedy School. È stata Special Adviser dell'Alto rappresentante dell'Ue e vicepresidente della Commissione europea Josep Borrell. Come Special Adviser dell'Alto rappresentante Federica Mogherini ha lavorato alla stesura della strategia globale dell’Unione europea e alla sua attuazione. È consigliere nel Consiglio di Amministrazione di Eni dal maggio 2020. Precedentemente è stata ricercatrice al Centre for European Policy Studies (CEPS) di Bruxelles, all'Istituto universitario europeo di Fiesole e alla Transatlantic Academy di Washington. I suoi attuali interessi scientifici riguardano la politica estera europea, la risoluzione dei conflitti, Mediterraneo e Medio Oriente”.
Anche nel proprio curriculum consultabile sul sito dell’Eni Tocci si definisce direttore e professore, quindi al maschile. E, nel lungo, elenco, aggiunge che “è editorialista della rivista Politico; partecipa frequentemente a editoriali, citazioni e interviste con i diversi media, tra cui BBC, CNN, Euronews, Sky, Rai, New York Times, Financial Times, Wall Street Journal, Washington Post, El Pais. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti dalla Commissione europea ed Istituti Universitari, oltre ad ottenere diverse borse di studio fra cui quella per eccellenza accademica dall’University College di Londra. È laureata alla University College di Oxford in Politics, Philosophy and Economics con il massimo dei voti”.
Su Twitter è arrivata a quasi 20 mila follower. Numeri minori su Facebook (poco meno di 4 mila) e Instagram (poco più di 2.500), dove di recente ha reso privato il proprio account.
Tra gli scontri si segnala anche quello con il professor Alessandro Orsini.
Si è confrontata pure con altri due personaggi combattivi, il giornalista ucraino sul campo Vladislav Maistrouk e con l’inviato di guerra Alberto Negri.
Successivamente la Tocci ha fatto parlare (e ha parlato) di sé per aver rifiutato di presenziare a una puntata di “Di Martedì”, il programma di Giovanni Floris. Il motivo della defezione lo ha spiegato, in un articolo sulla Stampa, la stessa politologa: “Non sono disposta a diventare complice della disinformazione e, in quanto tale, alimentare la guerra in corso, una guerra che si combatte tanto sul campo di battaglia quanto sul piano mediatico”, ha scritto. “Ecco che quando ho saputo che tra gli invitati alla trasmissione ci sarebbe stata una propagandista che lavora per il ministero della Difesa russo ho tirato la linea. Grazie, ma no grazie”. Fra gli ospiti di Di Martedì era prevista Nadana Fridrikson.