Continuano i presunti botta e risposta tra papa Francesco e Pietro Orlandi. Presunti, perché per lo più sembrerebbe una tensione creata ad hoc dalla stampa, nota per la sua abilità, in certi casi, nel ficcare in bocca alle persone parole mai dette. Nessuno escluso, papa Francesco compreso. Da dove nasce tutto questo accanimento mediatico? Pochi mesi fa il Vaticano ha annunciato l’apertura di un’indagine interna, la prima, sulla scomparsa della cittadina vaticana Emanuela Orlandi avvenuta il 22 giugno 1983. Un’inchiesta, va detto, che arriva con quattro decenni di ritardo. I tempi biblici della Chiesa. L’avvenimento ha generato le ipotesi più disparate, e ormai quasi ogni giorno un nuovo pezzetto del puzzle si aggiunge a un quadro già estremamente complesso. Ma questo sarebbe il momento di togliere, verificare, indagare e non di continuare a mettere carne sul fuoco solo per il gusto di farlo. L’ultimo episodio simile, in ordine di tempo, è quello che vede attribuire a papa Francesco l’ennesima dichiarazione in difesa di Wojtyla, dopo l’audio che lo accuserebbe di non essere così santo come lo è sulla carta. “Certo di interpretare i sentimenti dei fedeli di tutto il mondo, rivolgo un pensiero grato alla memoria di San Giovanni Paolo II, in questi giorni oggetto di illazioni offensive e infondate”. Queste le parole pronunciate dal papa durante l’Angelus, al quale andrebbe ad aggiungersi un nuovo “sfogo” del pontefice che mentre si trovava a bordo dell'aereo papale diretto in Ungheria, sarebbe nuovamente tornato sull’argomento schierandosi, così dicono in molti, dalla parte di Wojtyla: "Una cretinata hanno fatto”. La questione è tutta qui: veramente il tema di cui stava discutendo era l’audio considerato incriminato?
Pietro Orlandi non ci sta. Sul suo profilo Facebook ha condiviso ciò che pensa a proposito di questo ennesimo spiacevole episodio: “Purtroppo non vorrei sempre lamentarmi, ma certi giornali non ce la fanno proprio ad essere onesti nello scrivere articoli. Questo gusto nel dire falsità, infangando le persone, è proprio una cosa che non riescono a togliersi di dosso. L'altra volta il Corriere della Sera con un articolo che da molti lettori è stato definito vergognoso, stavolta tocca al Messaggero che è arrivato a strumentalizzare le parole del Papa pur di dire idiozie su di me. Comincio veramente a stancarmi. Il papa ha risposto ad una giornalista polacca che lo ringraziava di aver difeso Wojtyla per le offese ricevute nei giorni scorsi. Papa Francesco ha pronunciato solo questa frase: "Cretinate che hanno fatto": Tra l'altro non si capisce né il senso né a chi sia rivolta. Nel titolo dell'articolo hanno trasformato completamente la frase del Papa, addirittura virgolettandola, e peggio ancora nel sottotitolo si dice che io ho infangato la memoria di Wojtyla dicendo che usciva la sera per andare a qualche festino, ma quanto bevono per scrivere queste falsità? Ma quando ho detto che usciva per andare a dei festini? Naturalmente l'avvocato ha chiesto di sistemare quel titolo completamente falso. Nel sottotitolo non è cambiato nulla, mentre nel titolo hanno modificato la frase mantenendo lo stesso senso, e in questo ci vedo solo malafede. Si devono solo che vergognare. Le accuse di pedofilia possono essere solo in riferimento a chi le ha fatte, e riguardano quell'audio con la voce di Neroni”. A quanto pare alcuni organi di stampa riescono con estrema facilità a trascinare le vittime sul banco degli imputati. Perché ricordiamolo, una volta in più non fa mai male, la famiglia Orlandi non ha il ruolo del cattivo in questa storia. Emanuela è la vittima, che a soli 15 anni esce di casa senza farvi più ritorno. Ricordiamolo, perché si parla di tutto tranne che di lei, rilegandola ancora una volta al margine del racconto.