Ha denunciato per molestie sessuali la star del cinema hard Rocco Siffredi e proprio nei giorni di maggior clamore dopo l’uscita della serie Supersex in onda su Netflix, ma non lo avrebbe fatto perché in cerca visibilità, ci ha spiegato in questa intervista esclusiva, ma perché «le donne che lavorano devono essere rispettate». A parlare per la prima volta è la giornalista che accusa Rocco Tano, il suo vero nome all’anagrafe, di averle prima rivolto delle insistenti avances e poi degli insulti sessisti attraverso messaggi e vocali whatsapp. Tutto è nato da una intervista, prima rifiutata dalla produzione e poi accordata personalmente dal 59enne, che si è svolta all’Hotel Parco dei Principi di Roma nello scorso dicembre e durata circa due ore. «Era gentile, ma già aveva iniziato con alcuni commenti più espliciti» ci ha raccontato la collega, che preferisce rimanere anonima. La contattiamo dopo pochi minuti dall'uscita della notizia della querela sporta ieri in una caserma di Roma e accetta di parlare. È una volta concluso il colloquio, ha continuato, che Siffredi avrebbe iniziato a manifestarle ben più di una semplice simpatia: «Di fronte a tutti abbiamo fatto una foto e a me si è “abbracciato” un po’ troppo». Infatti, dopo essersi salutati le è arrivato un messaggio da parte sua: «Sei veramente simpatica, troppo forte, troppo carina e bona… te lo posso dire? Quando ti stringevo non lo potevo dire troppo di più, però caz*o! Beh, lasciamo perdere che mi stavi a fa venì proprio una roba un po' particolare». Fin qui dice che le è apparso come un approccio diretto, niente di più. Il peggio sarebbe accaduto in seguito, con la produzione che si lamentata dell’intervista, chiede di togliere una parte delle risposte e l’ispiratore di Supersex si sarebbe lasciato andare a espressioni sessiste, come riportiamo di seguito: «A te credo che ti manchi il caz*o, perché se una donna arriva ad essere così vuol dire che il caz*o le manca per davvero. Ecco fatti una pausa. Fatti una scorpacciata di caz*i e impara ad essere una persona normale». Rocco Siffredi, contattato dal Corriere, ha provato a ridimensionare: «Le ho chiesto scusa. Ma alla persona, alla donna, non alla giornalista che ha completamente stravolto il senso delle cose che ci eravamo detti”. Lei non le ha accettate e ci ha spiegato perché andrà avanti: “Dice di essersi redento, nella serie sembra aver capito i propri errori ma in realtà non mi pare che abbia capito un bel nulla. Non si rende conto della differenza tra una giornalista e una pornostar”.
Partiamo dal principio, l’intervista che hai realizzato a Rocco Siffredi.
Volevo fare questa intervista, che poi è uscita nel dicembre del 2023, prima che uscisse la serie. L’ho contattato, visto che avevo il suo numero, e mi ha spiegato di avere l’esclusiva con Netflix e quindi che avrei dovuto parlare con loro. Aspetto un po’, chiamo Netflix e mi dicono che dovevo aspettare l’uscita della serie ma in un secondo momento me la rifiutano. Siccome io sono una che va fino in fondo per ottenere quello che serve, richiamo Rocco che, molto gentilmente, decide di farla. Era gentile ma già aveva iniziato con alcuni commenti espliciti, dal «come sei carina» ad altre espressioni più pesanti sulle quali ho sorvolato.
Quindi alla fine avete fissato l’intervista e come si è svolta?
Sì, la fissiamo e ci vediamo all’Hotel Parco dei Principi a Roma, con tanto di testimoni quando l’abbiamo realizzata nella hall. Mi ha rilasciato questa intervista, tutta registrata come faccio sempre e dovrebbe fare qualsiasi giornalista serio. Mi parla della serie Supersex, dove mi dice diverse cose su Alessandro Borghi, che poi ha voluto togliere, e sulla sua vita.
E poi cosa succede?
Non so come mai, però dopo l’uscita Netflix si è arrabbiata con Rocco per una serie di ragioni che non conosco. Da mie deduzioni, che sono soltanto deduzioni, credo ci sia stato un problema con la produzione e quindi mi chiedono di togliere tutta la prima parte dell’intervista dove parlava di Borghi. Non era dovuto da parte mia, nel senso che lui (Rocco, ndr) dopo averla rilasciata non poteva chiedere nulla e io non ero tenuta a cambiarla. Comunque tolgo tutta la prima parte e lascio la seconda, dove non ha detto niente di nuovo rispetto al passato. L’intervista esce alle 13.30 circa, ma alle 19 Rocco ricomincia a inviarmi una serie di insulti sessisti, persino sul mio lavoro dicendo che scrivo per un «giornaletto».
Tra gli insulti sessisti che espressioni ha usato?
Ci sono rimasta malissimo quando ha iniziato a dire che per diventare normale avrei dovuto prendere «una serie di caz*i». Che sinceramente, a me che lavoro da quasi 30 anni per testate importanti e per un giornale nazionale molto serio, intervisto personaggi del mondo dello spettacolo ogni giorno, questi insulti sessisti e da maschio alfa che denigra una donna non me li sarei mai aspettati. E solo perché donna, perché se fossi stata un uomo non li avrebbe detti.
Dopo quegli insulti hai deciso di denunciare?
Ho prima avvisato Netflix che lo avrei denunciato. Allora Rocco ha cominciato a mandarmi una serie di scuse, che poi si sono trasformate in una sorta di persecuzione. Perché continuava a chiamare, anche se io non gli rispondevo. Così ha mandato dei messaggi vocali, sempre con delle scuse. E per concludere un vocale finale dove diceva che non stava bene, tirava in ballo la sua famiglia e la buttava sul patetico. Ma ha anche aggiunto che l’intervista che gli avevo fatto non aveva niente di sbagliato, quindi ha creato tutto quel casino per niente.
La produzione Netflix, da quello che racconti, sapeva da tempo della questione. Ora si è dissociata.
Lui mi aveva detto chiaramente che Netflix non aveva autorizzato l’intervista, però lui aveva voluto farla comunque. Ma lasciamola fuori Netflix. Lui si deve essere pentito. Mi ha detto di aver avvisato la produzione e infatti poi hanno voluto togliere tutta la prima parte.
In uno dei messaggi che sono stati resi pubblici si legge: "Sei veramente simpatica, troppo forte, troppo carina e bona… te lo posso dire? Quando ti stringevo non lo potevo dire troppo di più, però caz*o! Beh, lasciamo perdere che mi stavi a fa venì proprio una roba un po' particolare". Quindi c’è stato anche un approccio fisico?
Sì, alla fine dell’intervista abbiamo fatto le foto, come capita sempre con i personaggi famosi. C’era anche una mia amica che voleva conoscerlo. Di fronte a tutti abbiamo fatto una foto un po’ troppo “abbracciato” a me. Infatti, dopo che ci siamo salutati, mi ha mandato quel vocale facendomi capire che è dovuto andare via perché… si capisce da quello che è stato riportato.
Perché, nonostante le scuse, hai comunque deciso di denunciarlo?
Perché da donna, da mamma e da giornalista professionista il messaggio che voglio mandare è che le donne che lavorano devono essere rispettate. In un’epoca in cui ci sono femminicidi ogni giorno non è più ammissibile che le donne che lavorano subiscano insulti di questo genere solo perché donne. E che la normalità, come ha detto lui, sia «prendere tanti caz*i».
Sporgendo denuncia hai raccontato alle forze dell’ordine di esserti anche rivolta a un medico perché, dopo questa vicenda, non ti sei sentita bene.
Sono stata male, ho avuto vari problemi di salute come forti crampi all'addome per il continuo stato d'ansia. Mi ha molto scioccato. Non me l’aspettavo da lui. Era stato gentilissimo di persona e non pensavo che nei vocali sarebbe arrivato a dire quelle cose. Mi ha spiegato che non stava bene, ma io non è che se sono depressa insulto gli altri. E poi da personaggio pubblico lo trovo ancora più scorretto.
Cosa ne pensi della serie Supersex su Netflix?
Sta facendo vedere la sua vita difficile e poi fa queste cose? Insulta una giornalista che stava soltanto facendo il proprio lavoro? Ma non dovrebbe farlo neanche con una pornostar. Oltre a non doversi permettere nei confronti dell’azienda per cui lavoro, che è una testata seria quando ha detto che scrivo per un «giornaletto». Dice di essersi redento, ha fatto una serie dove racconta di aver capito dai suoi errori, in realtà non mi pare che abbia capito un bel nulla. Non si rende conto della differenza tra una giornalista e una pornostar. Non ha compreso niente, in particolare nei confronti delle donne.
Pensi che la tua denuncia possa influire sulla serie Netflix?
In America per una cosa così, ma anche per molto meno, sei denunciato per tentato stupro. Ho sopportato tutto finché non sono arrivati quegli ultimi vocali. Non è possibile ritrovarsi nel 2024 molestata mentre stai lavorando. E lui, anche se è famoso, non si può permettere di dirmi quelle parole orrende che mi ha rivolto.
Sui social c’è già chi dice che lo avresti denunciato per avere visibilità, visto che in queste settimane la serie Supersex sta avendo molto successo.
Non me ne frega niente della visibilità. L’ho fatto perché era giusto. Se la vicenda è diventata mediatica è una conseguenza che mi aspettavo, ma non sono abituata a queste cose. Se non avesse inviato quei vocali così offensivi non l’avrei fatto. Tra l’altro a noi giornalisti ci querelano per qualsiasi cosa e quando ci insultano dobbiamo tacere?
Quindi, nonostante il clamore mediatico, sei decisa ad andare avanti?
Sicuramente, se ne sta occupando il mio avvocato Laura Sgrò. Posto che la mia intervista era stata registrata e trascritta correttamente, neanche se fossi stata scorretta lui sarebbe stato autorizzato a insultarmi e solo perché sono una donna. Con un uomo, ripeto, quelle espressioni non le avrebbe usate. In un periodo storico come questo è importante reagire. Non l’ho fatto perché è Rocco Siffredi, l’avrei fatto con chiunque si comporta in quel modo.