L’esperienza di Jeremy Clarkson nella ristorazione finisce qui? Gli è stato intimato di chiudere il ristorante e il caffè della sua fattoria, perché, stando al parere del consiglio del West Oxfordshire, l’allestimento di Diddly Squat è “visivamente invadente e dannoso”. Tre mesi da quando Clarkson sostenne di aver trovato una scappatoia tramite cavillo, dopo precedenti dinieghi. Ma ora arriva l’avviso di esecuzione notificato alla sua fattoria. L’impianto si trova vicino al villaggio di Chadlington e l’accusa tiene in considerazione “la sua natura, le sue dimensioni e la sua ubicazione”, elementi considerati “insostenibili e incompatibili con la sua posizione in aperta campagna”. In più la fama di blastatore degli attivisti del clima non depone a suo favore come contadino e per questo è stato definito più volte “l’agricoltore più improbabile della Gran Bretagna”, come riporta The Guardian. Non è comunque un fulmine a ciel sereno. A luglio Clarkson aveva dichiarato al Sun che il permesso di costruire era stato rifiutato, ma che avrebbe aperto comunque. Ha parlato di una scappatoia legale che alla prova delle contestazioni sembra non esserci, tant’è che i problemi riguardo un po’ tutto, dal parcheggio ai servizi igienici, dal traffico alla ristorazione. L'Ispettorato per la pianificazione, un'agenzia governativa, ascolterà l'appello di Clarkson, ma non ha ancora fissato una data per l'udienza.
Intanto Clarkson commenta la notizia sulla sua rubrica per il Sun. E lo fa, ovviamente, a modo suo. “Come avrete saputo, il Comune mi ha ordinato di chiudere il ristorante dell'agriturismo. Questo significa che ho dovuto vendere tutte le mie mucche adulte, che sarebbero state utilizzate per la produzione di carne, lasciando solo i loro vitelli nei campi.” Ma la separazione dei piccoli dai bovini adulti sembra creare non pochi danni alla fattoria e al territorio circostante, strada compresa. “Senza il controllo dei genitori, sono nelle mie aiuole, nel mio frutteto, nel viale del mio vicino e su tutta la A361. E ogni mattina vengo svegliato alle 5 dal suono del loro pianto”. E la frecciatina ai funzionari e alla loro decisione di farlo chiudere. “Non riescono a capire perché le loro mamme se ne siano andate. E, se devo essere sincero, nemmeno io”.