Nella cornice del giardino del Complesso Monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni a Roma, abbiamo preso parte alla presentazione della nuova edizione del “Libretto Rozzo” edito da GOG, un vero e proprio oggetto di culto per tutti gli appassionati dei CCCP e dei CSI. Un volume arricchito di contenuti inediti, che ripercorre le vicissitudini di una generazione che non è poi così lontana, attraverso una storia raccontata con la musica. All' evento, organizzato da GOG edizioni e promosso dal gruppo editoriale MAGOG, sono stati tantissimi i fan accorsi per partecipare alla riunione di Giovanni Lindo Ferretti con Massimo Zamboni, che al loro ingresso sul palco sono stati accolti da un caloroso applauso che sembrava volesse non finire mai. I due hanno poi intonato a cappella uno dei loro brani più celebri, “Annarella”, a cui il pubblico, visibilmente emozionato, si è subito aggiunto. Ferretti ha colto l’occasione per spiegare i motivi che si celano dietro la ristampa: “Tutto questo è cominciato come una chiacchiera tra amici. Mi è stato riferito che il 'Libretto Rozzo' era molto richiesto, e che non si trovava più, o che comunque aveva raggiunto cifre chiaramente non proponibili. Da qui l’idea, che mi piacque subito moltissimo, di ripubblicarlo. Volevo che fosse un oggetto bello esteticamente. All’interno ho scritto una prefazione dove racconto cosa è successo in questi vent'anni”. L’organizzatore dell’evento Sebastiano Caputo, fondatore insieme a Lorenzo Vitelli di GOG, a tal proposito ha aggiunto che: “Abbiamo voluto rimediare a qualcosa che mancava. Arrivati ai quarant'anni dei CCCP era giusto e doveroso farlo, si tratta di una sorta di operazione editoriale ecumenica che va aldilà dell’atto commerciale, visto che due persone che si erano separate ora si sono finalmente riunite”. A condurre la presentazione il poeta e scrittore Davide Brullo, nonchè direttore di Pangea (rivista avventuriera di cultura&idee del gruppo editoriale MAGOG) media partner della serata, che ci ha confidato di considerare Zamboni e Ferretti degli ‘spiriti grandi’, e ancora: “Ferretti è un sapiente, la sua svolta cattolica è stata una via ineluttabile".
Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni si sono incontrati nella Berlino del 1982, quando la Germania era ancora divisa in due blocchi contrapposti. Entrambi provenienti dall’Emilia Romagna, fondarono il gruppo dei CCCP – Fedeli alla linea, un nome che è un chiaro omaggio all’URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche), che ha profondamente inciso sull’ideologia del gruppo. La politica ha quindi determinato la loro giovinezza e il loro modo di fare musica, componendo brani rivoluzionari, non solo per l’Italia, ma che hanno segnato la storia dell'intero panorama musicale. Riguardo al loro passato di militanti, e la visone del mondo che li accumunava, Ferretti ha dichiarato che: “Sia io che Zamboni siamo stati dei giovani comunisti più o meno alternativi. Avevamo un’idea del mondo, e della possibilità di modificare la situazione politico sociale. Per noi il popolo erano i sindacati, la condizione dell’uomo sfruttato rispetto allo sfruttatore. Nella nostra crescita il popolo è diventato la platea televisiva, quelle cose che durante gli anni 70 e 80 potevano ancora essere dette con dignità, ma che poi hanno cominciato a perderla”.
Dopo la caduta del muro di Berlino, e i cambiamenti politici e storici che si sono susseguiti, il gruppo dei CCCP si sciolse. Tuttavia Giovanni Lindo Ferreti decise di poratre comunque avanti la sua musica, e nel 1992 fondo i CSI – Consorzio Suonatori Indipendenti, con cui suonò per un decennio.
Ferretti ha parlato anche della guerra in Ucraina: “Non ci rendiamo conto della complessità dei cambiamenti che stiamo vivendo. Il primo è stato il Covid e il modo in cui le società hanno reagito, il secondo è stata la comparsa materiale della guerra. Una guerra che è iniziata mediaticamente, e che non ci abbandonerà per molto tempo. Siamo all’inizio di una storia lunghissima, e la dimensione militare dello scontro distruggerà tutto quello che conosciamo. I prossimi mesi ci riserveranno moltissime sorprese”.
Durante il processo di ristampa e di stesura del “Libretto Rozzo” Ferretti ha raccontato di essersi dedicato molto alla scrittura e alla riflessione: “Mentre Massimo lavorava al libro io ho scritto tantissimo. Tutto è nato dalla parola liturgia, che per me ha un senso specificatamente religioso, cristiano cattolico, con una forte apertura verso il mondo ortodosso. Ho riflettuto che tra tutte le persone a cui voglio bene, quelle che pregano sono veramente pochissime. Oggi la preghiera è la cosa più desueta che ci sia. Nella mia vita la storia della preghiera è iniziata da bambino, poi a un certo punto ho smesso. Questo mi ha portato a pensare che a quel tempo non pregavo ma cantavo nei CCCP. Da qui ho voluto capire quanta preghiera ci fosse nel mio cantare, io che non ho mai ascoltato un nostro disco fino a due mesi fa”.
La serata, con la direzione artistica di Valerio di Mario, è poi culminata in un momento d’incontro tra Ferretti, Zamboni e il loro affezionato pubblico, che con i cd dei CCCP e dei CSI alla mano, li hanno avvolti con un calore fuori dai confini del tempo. Perché, anche se i concerti di questo gruppo punk unico nel suo genere sono ormai lontani nel tempo, l’affetto e la stima verso i suoi componenti non sono destinati a smorzarsi. Il tutto accompagnato da proiezioni e un sottofondo musicale con i brani più iconici dei CCCP, la cui regia è stata curata da Martina Falcucci Chinca.
Le voci dei partecipanti
Alla presentazione della nuova edizione del “Libretto Rozzo”, nel giardino del Complesso Monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni a Roma, abbiamo chiesto ai partecipanti di spiegarci il motivo della loro presenza, di commentare la svolta cattolica di Giovanni Lindo Ferretti e altro ancora. Ecco le loro risposte.
Perché è qui?
Sono fan di Ferretti e Zamboni da tantissimo tempo. Ho seguito tutto il loro percorso dai CCCP fino agli sviluppi solisti. Era doveroso esserci per la ristampa del “Libretto Rozzo”.
Perché sono una fan dei CCCP, di Ferretti e di Zamboni, da sempre. Mi sembrava giusto esserci.
Volevo sentir parlare Ferretti e Zamboni della loro storia, che è una delle esperienze musicali più interessanti del panorama musicale italiano.
Sono venuto per ascoltare Ferretti e Zamboni, essendo un loro fan.
Come ha reagito alla svolta conservatrice e cattolica di Giovanni Lindo Ferretti?
È interessante seguire questo suo percorso anche quando non si condividono le premesse. Lui ha sempre dichiarato di aver intrapreso un percorso originale, e provare a rispecchiarsi completamente in quello che fa o che dice non lo trovo necessario.
Credo che sia una questione molto personale, e che se si tratta di una dimensione in cui lui ha trovato una pace ben venga.
Non mi interessa, amo Ferretti a prescindere. Lui è stato sempre cattolico, anche se forse qualcuno non se ne è mai accorto. Non penso che sia una svolta.
Il processo umano di Ferretti, avvicinarsi al cattolicesimo, è molto interessante. Un grande spunto di riflessione per chi ha seguito il suo percorso artistico.
Cosa apprezza oggi di Giovanni Lindo Ferretti?
I suoi spunti di riflessione, che a prescindere dai punti di vista sono sempre molto interessanti.
Apprezzo tutto di lui.
La sua posizione, che nonostante sia mutevole, rimane sempre radicale.
Tutta la parabola umana di questa persona, che si riflette tantissimo nella sua arte e nelle sue scelte di vita.
La sua parabola dimostra che si nasce incendiari e si muore pompieri?
Non sono esperto di parabole.
Nel suo caso non penso. Anche quando era nei CCCP non era esattamente un incendiario, e ora non è esattamente un pompiere. Credo che Ferretti faccia una riflessione molto originale, difficilmente applicabile agli schemi ideologici che si possono fare. Va rispettato così.
Lui incendia sempre, sia con i suoi testi che con il suo modo di cantare. Ferretti, e i CCCP, sono stati un gruppo all’avanguardia come in Italia non ci sono mai stati.
Si, ma non so quanto sia valido nel suo caso. Credo che Ferretti sia comunque coerente.