Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, è stata nominata Persona dell’Anno Onu per il 2024 dal sito PassBlue, grazie a un sondaggio che ha coinvolto lettori di tutto il mondo. Questo riconoscimento arriva in un anno segnato dalle tragiche conseguenze della guerra a Gaza, che ha visto l’Onu perdere 258 membri dello staff. Albanese, nata nel 1977, è la prima donna a ricoprire questo incarico. Dal 2022, il suo lavoro ha evidenziato gravi violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi, tra cui sfollamenti forzati, uccisioni illegali e negazione di diritti fondamentali. Le sue denunce hanno raggiunto il culmine quest’anno, quando ha dichiarato che ci sono “ragionevoli motivi” per ritenere che Israele stia commettendo atti di "genocidio a Gaza". Le sue affermazioni hanno suscitato dure critiche, specialmente da Israele e dagli Stati Uniti, che considerano il suo approccio parziale. L’accusa di "genocidio" ha sollevato interrogativi anche all’interno della comunità internazionale, ponendo Albanese al centro di un acceso dibattito sulla neutralità dell’Onu e sull’interpretazione del diritto internazionale. Tuttavia, la relatrice ha difeso il suo ruolo, ribadendo che la sua missione è esclusivamente finalizzata alla promozione e protezione dei diritti umani.
Al fianco di Albanese, PassBlue ha nominato Riyad Mansour, osservatore permanente della Palestina all’Onu, come Diplomatico dell’Anno. Dal 2005, Mansour ha portato avanti la causa palestinese, denunciando l’occupazione israeliana e spingendo per la piena adesione della Palestina all’Onu. Durante il conflitto a Gaza, ha definito le azioni di Israele un “genocidio”, guadagnandosi il sostegno di molti, ma anche l’opposizione di chi critica l’uso di tali termini. Il riconoscimento a Francesca Albanese è un chiaro segnale del peso crescente delle questioni palestinesi nel dibattito internazionale. Tuttavia, le polemiche attorno alla sua figura evidenziano le difficoltà di mantenere un equilibrio in un contesto così polarizzato. Il lavoro di Albanese continuerà a essere osservato da vicino, sia per il suo impatto sui diritti umani sia per le reazioni che potrebbe scatenare nel panorama geopolitico globale.