Ieri mattina ho partecipato al blitz organizzato da PETA Uk davanti alla boutique di Prada in Galleria Vittorio Emanuele a Milano. In mezzo a turisti curiosi e alle signore della Milano bene intente a fare shopping, ho tolto il trench che copriva il mio abito exotic style di serpente insanguinato e dopo essermi versata altro sangue finto addosso, ho tirato fuori la borsa di polistirolo con su scritto lo slogan “Prada le pelli esotiche sanguinano, vietale ora.” Non è la prima volta che collaboro con PETA, l’organizzazione animalista più importante del mondo, per la difesa dei diritti degli animali. Già in passato avevamo fatto un blitz davanti alla sede della fondazione Prada per chiedere di smetterla di usare pelle di struzzo per le sue borse, appello finito nel vuoto più assoluto perché ancora oggi anche gli struzzi continuano ad essere massacrati. Come attivista da molti anni mi batto in prima linea nella lotta contro la crudeltà dell'industria della moda. Quella contro Prada è diventata la mia battaglia personale, una missione il cui obiettivo è farle cessare l’uso di pelli esotiche per i loro accessori, e indurla ad avviarsi verso una moda etica e compassionevole, in linea con un’etica aziendale che basi i suoi principi sulla non violenza e non sul mero profitto. L'uso di pelli esotiche da parte di Prada è un tema controverso che solleva molte critiche da parte degli attivisti per i diritti degli animali ma non solo, anche da parte degli utenti sensibili al rispetto della vita di tutti gli esseri viventi. Questa pratica è vista come crudele e inaccettabile da molti, che chiedono all'azienda di interrompere immediatamente l'uso di tali materiali.
È scandaloso che il Gruppo Prada continui a realizzare accessori utilizzando pelli provenienti da animali allevati in condizioni disumane e uccisi in modo estremamente cruento. Le immagini delle investigazioni realizzate dagli attivisti di PETA sono scioccanti. I metodi di macellazione di serpenti, coccodrilli, struzzi e lucertole sono estremamente brutali e provocano indicibili sofferenze a questi esseri senzienti. I serpenti vengono colpiti sulla testa con martelli, i loro corpi gonfiati con acqua e scuoiati, probabilmente mentre sono ancora coscienti. I coccodrilli vengono pugnalati al collo e un’asta di metallo viene conficcata lungo la loro spina dorsale mentre sono ancora vivi. I giovani struzzi vengono trattati in modo violento prima che gli operai taglino loro la gola. Le lucertole vengono decapitate con i machete, e la loro fisiologia unica fa sì che rimangano pienamente consapevoli e sopportino dolore intenso e stress psicologico per oltre 30 minuti dopo essere state decapitate. È inammissibile che la moda possa giustificare tali atrocità. È giunto il momento che Prada prenda una posizione netta contro l'utilizzo di pelli esotiche e si impegni concretamente in favore di metodi di produzione più etici e rispettosi del benessere animale. I consumatori non possono più accettare che la ricerca del profitto prevalga sulla compassione e sul rispetto per la vita. Adottando alternative sostenibili e cruelty-free e i consumatori dovrebbero esercitare pressioni affinché mettano fine a queste pratiche disumane e si impegnino concretamente per un futuro più compassionevole e rispettoso della vita animale.