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“Ferrari? Con Elkann e senza Montezemolo ha perso valori e tradizione, non è più un’auto ma un oggetto d’investimento”: parla l’ex dirigente del Cavallino

  • di Lorenzo Fiorentino Lorenzo Fiorentino

30 aprile 2024

“Ferrari? Con Elkann e senza Montezemolo ha perso valori e tradizione, non è più un’auto ma un oggetto d’investimento”: parla l’ex dirigente del Cavallino
Ciò che John Elkann ha intenzione di fare di Fiat pare cosa scontata, o quasi, ma per Ferrari? Il “jackpot” della famiglia ha subito una grande trasformazione negli ultimi anni e, secondo un ex dirigente del Cavallino, “non è più un’auto ma un oggetto d’investimento”. A quanto pare a Maranello oggi “si pensa molto al business”, e da quando Montezemolo è stato mandato via…

di Lorenzo Fiorentino Lorenzo Fiorentino

La trasmissione 100 minuti di La7, questa condotta da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini, con un reportage dal titolo “Autostop” ha cercato di fare luce sull’unico produttore automobilistico rimasto in Italia, ma soprattutto sull’uomo che è a capo di questo colosso: John Elkann. Dal suo passato fino al momento in cui è diventato vero erede del nonno Gianni Agnelli, e poi ancora il suo operato in Fiat prima sotto la guida di Sergio Marchionne e poi in Stellantis con Carlos Tavares, le faide di famiglia con la mamma Margherita, le inchieste sull’eredità della nonna Marella Caracciolo, e poi lei, la Ferrari. La giornalista Giovanna Boursier, che ha realizzato l’inchiesta in questione, ha deciso dunque di dedicare una parte importante del suo lavoro al Cavallino di Maranello, che, riprendendo le parole di Formigli, è “il gioiello della corona […] il jackpot della famiglia Elkann”…

John Elkann Ferrari Usa
John Elkann

Boursier parte dal principio: “Ferrari è di Exor (holding della famiglia Agnelli, ndr) al 23%. Questa è la fabbrica di Maranello, circa cinque mila dipendenti. È il vero lusso italiano, un’impresa che da sola vale quasi quanto Stellantis”. Ed è qui che entra in gioco la figura di Luca Cordero di Montezemolo, storico presidente e amministratore delegato dell’azienda emiliana, fino a quando, afferma la giornalista di La7, “nel 2014 Fiat si allea con Chrysler, Marchionne scorpora Ferrari dalla fusione […] e distribuisce le azioni ai soci fra i quali primeggia Exor, intanto fanno fuori Montezemolo. Poi la quotano in borsa, Marchionne diventa amministratore delegato e Elkann presidente”. In questo momento a Maranello cambia qualcosa: “Sicuramente (quotare il marchio in borsa, ndr) è stata una mossa poco capita e poco apprezzata all’interno dell’azienda. Montezemolo viveva giorno e notte per la Ferrari, chiaramente questo è mancato”. A parlare è un ex dirigente del Cavallino, che ha deciso di rimanere anonimo, secondo cui oggi la Ferrari “è un’azienda che pensa molto al business, come giusto che sia. Ma che credo - sottolinea - abbia perso molto i valori, la tradizione”. Sul fronte della Formula 1, invece, “uno degli aspetti più importanti è il management che nel tempo hanno cambiato molto spesso, quindi questo non aiuta […] invece Montezemolo ha costruito una squadra che ha vinto cinque mondiali di seguito, dava supporto, andava in fabbrica, si faceva raccontare la storia dei dipendenti. Poi ha lavorato molto sul prodotto”. Oggi la gamma di Ferrari propone un ventaglio di modelli mai visti prima per quantità, e questo, sempre secondo il misterioso ex dirigente, dipende dal fatto che “non è un’automobile, ma un oggetto d’investimento”.

“Ferrari rimane un gioiello della holding Exor - dice Carlo De Benedetti a Giovanna Boursier -. La Ferrari - continua l’analisi dell’Ingegnere - (John Elkann, ndr) non la cederà mai, rimane il gioiello più importante del Gruppo. La Ferrari è un mito, la Ferrari è uno status […] io guardo i bilanci della Ferrari e sono spettacolosi”.

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