Sono passate solamente poche settimane da quando Luca Cordero di Montezemolo, avvocato e imprenditori tra i più riconosciuti nella storia moderna dell’Italia, è apparso in televisione, ospite nel programma condotto da Massimo Gramellini su La7, per criticare quanto sta accadendo all’industria italiana dell’automotive (causa Stellantis). Ebbene, Montezemolo è apparso ancora una volta nel piccolo schermo per sottolineare quanto espresso in precedenza; questa volta, però, come ospite nel programma Quarta Repubblica su Rete4, condotta da Nicola Porro. E le parole del manager non lasciano certo scampo ad alcuna interpretazione: “Un anno fa, quasi, dissi in un’intervista: ‘Qui rischiamo di non avere più una fabbrica di automobili italiana’. E purtroppo […] la situazione è che tutte le decisioni vengono prese a Parigi, che siamo il settimo Paese in Europa come numero di auto prodotte […] produciamo più o meno le stesse macchine dell’Ungheria, dietro la Romania. E questo da quando è arrivata Stellantis”. Un Montezemolo senza peli sulla lingua, che continua: “Siamo arrivati al livello che la 600, un’icona italiana, con tutte le fabbriche ex Fiat in cassa integrazione, nessuna esclusa, è prodotta in Polonia. La Topolino in Marocco. Io sono preoccupato di questa de-industrializzazione del Paese”. E ancora: “Io non vedo a tempi brevi la possibilità che si aumenti la produzione”.
L’elegantissimo Montezemolo, ex presidente Ferrari e Fiat e storico braccio destro dell’Avvocato Agnelli, sembra essere un fiume in piena. Una piccola (e velata) stoccata all’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, per la richiesta continua di incentivi allo stato italiano, e poi l’ennesima critica: “Quello che io sento veramente mancante è un progetto, un programma industriale per sapere cosa succederà dell’auto in questo Paese”. Piccolo passaggio sul rapporto tra John Elkann (presidente Stellantis) e i giornali, con un commento di Carlo Calenda (segretario di Azione) per parlare dell’anonimato dei sindacati riguardo la de-industrializzazione automobilistica italiana. A questo proposito Montezemolo ha detto di sentire un “silenzio eccessivo da parte del mondo sindacale”. Ma Gianni Agnelli si sarebbe opposto a questa politica dell’ormai ex Fiat? “Assolutamente sì - afferma Montezemolo -, ma lo stesso Marchionne era per degli accordi, non per una vendita”. E riguardo la strapotenza cinese nella produzione e nel mercato delle auto elettriche, l’imprenditore bolognese ha rivelato che “se non metteremo delle barriere saremo invasi dalle auto cinesi”. Ma cosa sta succedendo nella famiglia Agnelli-Elkann? Letteralmente spaccata da una faida interna tra Margherita Agnelli e i suoi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann per l’eredità dell’Avvocato. Montezemolo, da sempre vicino alla famiglia, però non ha voluto proferire parola al riguardo: “Io sono obiettivamente triste, e non voglio parlare di questo tema per un motivo. Per me l’Avvocato Agnelli è stato una delle persone più importanti della mia vita […] ma essendo una questione familiare e personale, preferisco non commentare”.