No, il Gruppo Stellantis, e la sua guida spirituale John Elkann, sembra proprio non piacere a nessuno, perlomeno qui in Italia. E così, anche Luca Cordero di Montezemolo si unisce al largo cerchio di detrattori dell’operato della grande impresa automobilistica (che conta ben cinque aziende italiane), ma la sua è forse la critica più cinica, e soprattutto è quella più sentita. Un passato da presidente di Fiat e Ferrari, e di braccio destro dell’Avvocato Agnelli, Montezemolo inoltre ha avuto il compito di introdurre il ventenne Elkann nel mondo dell’imprenditoria e della finanza, ma adesso il maestro non risparmia attacchi, anche piuttosto pesanti, al suo ex allievo. Nella sua intervista rilasciata al programma In altre parole, condotto da Massimo Gramellini su La7, Montezemolo riguardo a Stellantis si è detto “molto preoccupato dall’inesorabile de-industrializzazione del Paese”, un problema che riguarda soprattutto il settore automobilistico visto che, rivela sempre Montezemolo, “oggi non abbiamo più un’azienda automobilistica in Italia” tant’è che “tutte le decisioni che riguardano il mercato italiano sono prese a Parigi. Siamo arrivati- commenta ancora Montezemolo - addirittura a una cosa che secondo me è tra l’umiliante e l’assurdo. Cioè che una macchina come la 600, un’icona dell’Italia insieme alla 500 viene prodotta in Polonia”. E incalza ancora:“Vedere una 600, produrla in Polonia, quando tutti gli stabilimenti ex Fiat sono in cassa integrazione è una cosa che non mi fa bene”. Parole che sottolineano gli attacchi dei giorni scorsi del Presidente del Consiglio (riportati da MOW), e che smascherano, qualora ce ne fosse bisogno, anche l’intenzione di Stellantis di andare a produrre fuori dai confini italiani (altra questione analizzata da MOW). A questo proposito Montezemolo da Gramellini ha rivelato anche che “molti fornitori italiani - ha detto - mi hanno detto di aver ricevuto una lettera in cui si promuoveva il Marocco in termini di investimenti, in termini di tasse tasse […]. È una brutta cosa. Io credo che in questo momento la cosa importante sia di rendersi conto che non abbia senso, avendo stabilimenti e fornitori così di qualità, così validi, che rischiano di andare in grande difficoltà”.
Ma tornando sulle parole dei giorni scorsi del Presidente del Consiglio. Montezemolo ha detto che “per me (Meloni, ndr) ha assolutamente ragione” e che “oggi se è così calata la produzione da quando è entrata in campo Stellantis, facciamo almeno in modo che delle aziende automobilistiche straniere vengano a produrre in Italia”. Le domande di Gramellini virano poi sull’editoria, e sullo sfondo si proietta l’ombra della polemica la Repubblica-Governo, che poi sarebbe sempre Elkann-Meloni. Anche questa volta Montezemolo dà ragione alla Premier: “Quando un Presidente del Consiglio […] legge un titolo che c’è scritto ‘L’Italia in vendita’ […] fatto da un giornale che diciamo è posseduto da chi praticamente, insomma, ha venduto gran parte dei cespiti industriali italiani, a cominciare da un’azienda così importante come la Marelli [...] ma da che pulpito viene la predica”. Ma gli elogi alla Meloni non finiscono qui. Riguardo la questione delle privatizzazioni, Montezemolo ha detto che “se di un’azienda, invece del 100%, hai il 95, il 93 o il 97 però puoi incassare del denaro in momenti come questi io lo trovo benissimo, senza logicamente perdere il controllo”, mentre dell’operato della Premier si è detto stupito positivamente della“chiarezza e il coraggio istituzionale e anche a livello internazionale”; anche se, continua Montezemolo,“se devo guardare alla Meloni come allenatrice di una squadra, la squadra mi sembra abbastanza modesta”. E poi la politica in generale, Berlusconi, la comunicazione, e infine anche Ferrari. Il rinnovo di Leclerc è un atto di fede? “È un atto di speranza - scherza Montezemolo -. L’importante è dargli la macchina per vincere. Speriamo che sia la volta buona”.