Fuga in India per John Elkann e Carlos Tavares (amministratore delegato del Gruppo Stellantis), e quindi per la Fiat? Secondo quanto svelato da Giorgio Airaudo (segretario generale della Cgil Piemonte) in occasione del consiglio regionale in Piemonte, “ci sono imprenditori che hanno ricevuto delle lettere da Stellantis in cui si chiede ai fornitori della componentistica di spostare tra il 70 e l'80% del fatturato in Paesi low cost, in India e in Asia”. Questi, sottolinea il sindacalista secondo quanto riferito da Torino Cronaca, “possono anche non farlo, ma se vogliono prendere le commesse future è meglio che trovino un socio in un paese indiano o asiatico. E temo che in primavera arriverà il conto”. Un vero e proprio j’accuse di Airaudo nei confronti dei piani alti del Gruppo Stellantis: “In Piemonte abbiamo il 50% della componentistica italiana e 40mila lavoratori impiegati, ma Stellantis così facendo sta smontando il settore perché sta portando tutti i segmenti più piccoli fuori Europa”. Il riferimento va anche alle ultime decisioni di spostare le storiche produzioni interne dei modelli Fiat al di fuori dei confini dello Stivale. Su MOW avevamo già riportato la decisione di Elkann (e soci) di portare in Serbia la produzione della Panda che verrà, in Polonia (a Tychy) quella della 600, in Algeria la 500 Hybrid e in Marocco la Topolino. Mentre a Mirafiori “da 16 anni si producono meno di 100.000 auto, non è stato centrato l’obiettivo di produrre 80.000 Fiat 500 elettriche”, ha commentato Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese, stando all'Ansa. Ma tornando alle parole di Airaudo, “è evidente che se io faccio la 500 in Tunisia o in Algeria non faccio l’indotto in Piemonte”, e parla di una ‘tempesta perfetta’: “Va via la produzione, si ferma la Germania, e ci sono tensioni internazionali”. La soluzione c’è, ma è complicata…
L’attenzione del segretario di Cgil Piemonte è concentrata proprio sul futuro produttivo e industriale della stessa Regione. “Mi sembra - ha detto Giorgio Airaudo, citato da Linea Italia Piemonte - che la classe dirigente di questa regione non voglia prendere atto della realtà: questa è una regione che è in declino, in modo particolare nell’area metropolitana di Torino. È da vent’anni che registra l'allontanamento della storica azienda piemontese e torinese (Fiat, ndr), non è in grado di convincere il nuovo proprietario a controllo francese (Stellantis, ndr) a investire di più sul nostro territorio e non è in grado di attrarre nuovi imprenditori”. La situazione sembra essere critica, tant’è che, continua Airaudo, “siamo sostanzialmente il sud del nord che ha bisogno di uno strumento specifico che dialoghi con il governo nazionale, si attivi sui fondi strutturali, faccia il censimento e concentri le risorse disponibili. Basta con la nobiltà decaduta del Piemonte o dell’area torinese, riconosciamo la malattia ed affrontiamola. Abbiamo bisogno di risposte, di una risposta nazionale che arriva solo se il Piemonte si muove, servono strumenti straordinari ed eccezionali”. Dunque, la soluzione che si legge su Torino Cronaca sarebbe quella di “attirare produttori cinesi a Torino per rilanciare la produzione a Mirafiori”, ma “il governo li vuole in Italia, ma vicino al porto di Taranto”. In più, aveva commentato lo stesso Airaudo durante un incontro a Torino stando a quanto riportato da Ansa, “oggi per avere un altro produttore bisogna mobilitare fondi europei e immaginare uno strumento ad hoc che vada oltre le zone economiche speciali. Non siamo un deserto industriale, non possiamo solo attrarre fabbriche cacciavite”. Inoltre, ci sarebbe anche “Tesla che vuole aprire un secondo stabilimento in Europa. A Torino ci sono 3 milioni di metri quadri di Mirafiori, l’ex Bertone con l’impianto di verniciatura più nuovo che sia stato realizzato in Europa”. Insomma, riprendendo sempre le parole del sindacalista riferite da Linea Italia Piemonte, “alla nostra gente non possiamo dire che il futuro è nella cassa integrazione, negli ammortizzatori sociali e nell'assistenza”.