Nessuno o quasi oramai guarda L'Isola dei Famosi. Ma chiunque non abbia trascorso le ultime settimane a cavallo di Marte, ha precisa contezza dei bassissimi ascolti che il reality Mediaset sta collezionando di puntata in puntata. L'edizione meno vista di sempre raccoglie, lato Auditel, record negativi storici e lo stesso Biscione non sa più che farsene: la sposta nei palinsesti di Canale 5 anche all'ultimo minuto, la sdoppia in due prime serate settimanali a sorpresa, al solo manifesto scopo di chiudere baracca e naufraghini il prima possibile. Se è vero che il programma non godeva di ottima salute già da qualche anno, questo ennesimo passo falso potrebbe essere il colpo di grazia definitivo. Di chi è la colpa di cotanto naufragio? In molti pensano che il cambio al timone, si è passati da Ilary Blasi a Vladimir Luxuria, non abbia giovato. In realtà, l'Isola è stata uccisa da Mediaset che si ostina a mandar in onda reality anche se li odia profondamente. Andiamo ad analizzare questo atto di puro sadomasochismo di cui, inevitabilmente, a far le spese sono prima di tutto i telespettatori. Anatomia di un naufragio.
La nuova linea editoriale contro trash ed eccessi imposta perfino ai reality da Pier Silvio Berlusconi è il primo problema di questa Isola, come lo era stato per il Grande Fratello che, però, è riuscito a rimanere a galla inglobando in corsa residuati di Temptation Isalnd. Quindi, grazie a Maria De Filippi. Le nuove imposizioni dei vertici del Biscione portano a un cortocircuito interno che risulta in quanto di più surreale (e respingente) possibile: i naufraghi non s'accoppiano, non si strappano le extension, sono tutti rispettosi e gentili, intrisi di buoni sentimenti perché "devono". L'ultima puntata si è aperta con mezzora di confronto tra una modella (Khady) e un belloccio spagnolo (Artur) perché in settimana lei gli ha detto "Levati dalle palle" e lui l'ha presa come una gravissima mancanza di rispetto. La fanciulla si scusa profusamente, cospargendosi cenere sul capo ammette di aver adottato una terminologia troppo brutale e maleducata che l'ha fatta passare dalla parte del torto. Tutti in studio sconsigliano ai telespettatori di essere così sgarbati nella vita perché non si conviene alle persone per bene. Il pubblico, intanto, ronfa della grossa. La scena appena descritta incarna in pieno uno dei principali salassi del reality per come oggi è concepito: la retorica bramosia di "mandare un bel messaggio a casa".
"Non ha senso stare qui a farmi divorare dai mosquitos per assistere al ballo delle debuttanti, sembra una gara di bon ton!", sbotta il comico Dario Cassini, purtroppo silurato al televoto nel giro di due settimane. E ha ragione. In un paio di frasi, ha evidenziato con chirurgica precisione il principale cortocircuito di questa Isola: tutti i naufraghi, immaginiamo ben brieffati prima della partenza, stanno col freno a mano tirato, pesano le parole e sono chiamati a scusarsi in pubblica gogna qualora dovesse mai uscir loro uno "stupidino" rivolto al compagno di sventura di turno. All'oratorio estivo, insomma, si respira un'aria più frizzantina, quasi anarchica. Il pubblico a casa, inevitabilmente, si sfrantuma i cocchi.
Si tratta, comunque, si una vera e propria scelta di campo: i concorrenti che si permettono di essere più fumantini di un qualunque ciottolo di fiume vengono fatti fuori subito con enorme biasimo. Si veda, per esempio, la "Nip" Rosanna Lodi dall'Emilia-Romagna con furore. Nemmeno il tempo di accennare a una presunta tresca tra la ballerina Greta e Samuel Peron che subito è stata rispedita a casa (dal televoto, certo) con dura reprimenda: non si fa la spia, non è un bel comportamento e, soprattutto, in un reality occorre badare ai fattacci propri. Ma da quando in qua?! Per restare in gioco, a queste regole, c'è dunque da mostrarsi integerrimi, quasi santi. Come Edoardo Stoppa, l'amico degli animali e di Striscia la Notizia, chiaramente designato a vincitore dall'Isola perché incarna i valori della famiglia, dell'amore, della suprema bontà d'animo a prescindere. Che noia.
In tutto ciò, la conduttrice Vladimir Luxuria, purtroppo, si adegua. Non possiamo fargliene una colpa, vuolsi così colà dove si puote. E allora lei entra in studio travestita da nonna di Cesara Buonamici, con rassicuranti tailleur da Signorina Buonasera e si erge, immaginiamo malvolentieri, a faro morale di noi tutti. Proprio come fa Alfonso Signorini al Grande Fratello, con la differenza però che Luxuria si ritrova a dover far 'ste nozze con un cast di naufraghi semi-sconosciuti. Semi-sconosciuti e che, per di più, si ritirano come panni in lavatrice perché stufi marci di partecipare a questa incessante processione del santo patrono (Stoppa). E comprendiamo. Vladimir, povera anima, scappare non può. Avrebbe dovuto, lei o chi la gestisce a livello di management, rifiutare la conduzione del reality, sostanzialmente impossibile da portare avanti a queste condizioni da collegio primi Novecento. Invece, ha accettato la mela avvelenata che il Biscione le ha allungato. E ora le tocca mangiarla in diretta su Canale 5, pure due volte a settimana, fingendo che sia squisita mentre dentro di sé, immaginiamo, impreca l'intero Mukkassassina e i bei tempi che furono. Un danno di immagine, per Luxuria, che forse non c'è cachet che possa ripagare adeguatamente. Dopo essere stata splendida vincitrice e poi anche superba opinionista del programma, non meritava un dispetto simile. Chiunque le addossi la pur minima responsabilità delle sorti di questo show, semplicemente non ne ha mai visto una puntata. E beato lui.
Ogni diretta, non si sa mai quando e se andrà in onda la prossima. Il reality ha l'abitudine di cambiare serata di programmazione all'insaputa dei suoi (pochissimi) telespettatori e, appena possibile, il Biscione gli preferisce la messa in onda di qualche soap turca acchiappa-share. Ora sembra essersi settato sul doppio appuntamento (domenica e mercoledì) per arrivare a chiusura anticipata il prima possibile, ma chissà che le cose non possano mutare di nuovo. Tanto, oramai, la questione interessa solo agli addetti ai lavori e forse nemmeno a quelli. Se toglie il trash, le risse, gli amorazzi e i dispettucci tra concorrenti a un reality cosa rimane? Infatti: nulla.
Impossibile, a questo punto, non concludere l'anatomia di cotanto naufragio con una semplice domanda: come mai Mediaset continua a mandare in onda reality anche se, con ogni evidenza, li odia? Azzardiamo una possibile risposta: tenere un format, acquistato a suon di dobloni per un numero preciso di edizioni, in cantina costa di più che trasmetterlo, pur con risultati Auditel disperanti. L'Isola dei Famosi, dunque, non ha più a che fare con l'intrattenimento - e si vede, ma con una mera questione pecuniaria. Se è vero che le trasmissioni televisive sono solo il riempitivo, il pretesto tra una pubblicità e l'altra, con le (non) avventure tra i naufraghi di questa Honduras si è raggiunto il picco di desolazione, lato contenuti. Non succede niente e pure manierato, non c'è alcun motivo per seguire il programma, salvo il rischio di addormentarsi di fronte alla tv di fronte all'ennesimo blocco su quanto sia bello, doveroso e meritorio voler bene a mamma e papà. Invece di ostinarsi a cercare di insegnarci la morale, Mediaset dovrebbe davvero tornare a voler bene ai propri reality. Oppure, liberarcene. Perché, messi in piedi così, sono un immeritato strazio per i coinvolti tutti. Il Biscione ha ucciso l'Isola a colpi di machete e bon ton. Il pubblico non può sparare. Ma, di certo, può cambiare canale. E, infatti, lo fa. Requiem per un cocco.