Il prossimo 2 novembre debutterà al Teatro Capitol di Madrid il musical Bailo Bailo, il primo ispirato e dedicato a Raffaella Carrà. L'icona senza tempo è scomparsa nel 2021 e tutto il mondo la omaggia tuttora con grandi celebrazioni. Specialmente oggi, in vista del 18 giugno, giorno in cui avrebbe compiuto 80 anni. In Italia sono previsti vari spettacoli teatrali, tra cui un'ambiziosa opera lirica sulla sua vita che andrà in scena al Teatro Donizetti di Bergamo a settembre. Durante il lancio dello show spagnolo, però, la produttrice Valeria Arzenton si è lasciata sfuggire un dettaglio non da poco riguardo alla genesi dello spettacolo e alla location in cui ne avrebbe sognato il debutto. Qui le sue dichiarazioni all'Ansa a riguardo: "Avrei voluto fare la prima mondiale alla Scala di Milano, ma mi hanno detto no perché si tratta di un musical, quindi di cultura popolare. Non c'è cultura di serie A e di serie B, tanto più che Raffaella è stata anche una étoile. Come è successo per Paolo Conte, si poteva fare un'eccezione pure per lei". Come mai La Scala non ha voluto omaggiare la Raffa Nazionale? Di certo, purtroppo, non è la prima volta che l'Italia si lascia scappare occasioni per ricordare e festeggiare il suo mito senza tempo. Oramai, è letteralmente la nostra nuova Gioconda. E non è colpa di nessuno, se non nostra. Vediamo perché anche oggi c'è poco da essere orgogliosi di noi stessi...
Bailo Bailo è un musical liberamente ispirato da Explota Explota, il film spagnolo diretto da Nacho Alvarez, approdato su Prime Video Italia nel 2021, a pochi mesi dalla scomparsa della Raffa internazionale e uscito in patria nel 2020. La pellicola, come lo spettacolo musicale che ne prende spunto, non è una biografia della nostra Carrà, ma segue la storia di Marìa, una giovane e sensuale fanciulla che, all'inizio degli anni Settanta, sogna di fare strada nel mondo dello spettacolo come ballerina e cantante, nonostante il rigore della censura iberica che sta col fiato sul collo dell'intrattenimento. E questa sarà anche al storia di Bailo Bailo, costellato dalle più grandi hit della nostra.
Esauriti i dettagli sulla sinossi, passiamo a un interessante intervento di Sergio Japino, coreografo e compagno artistico e di vita di Raffaella, che per quanto riguarda questo show ricopre il ruolo di consulente. A quanto pare di pochissime parole durante la conferenza stampa del musical, concede alle agenzie solo una dichiarazione in ringraziamento alla già citata produttrice Arzenton: "È stata l'unica, dopo la scomparsa di Raffaella, ad aver mantenuto ciò che aveva promesso per rendere omaggio alla Carrà". Sommessa polemica? Forse sì. Anche perché, perfino a uno sguardo esterno, riuscirebbe difficile dargli torto...
Se è vero che dal 12 al 16 luglio arriverà nelle sale italiane il docu-film Raffa per la regia di Daniele Luchetti e da lì in poi disponibile su Disney Plus, il nostro bel Paese sembra essere tutto sommato piuttosto impigrito nei confronti delle celebrazioni del biondissimo mito col caschetto. Per non dire proprio irriconoscente. Il 5 luglio 2022, ossia a un anno dalla scomparsa di Raffaella, Madrid le ha dedicato una piazza nel centro della città. Interrogato sull'eventualità che lo stesso omaggio le potesse essere tributato anche a Roma, il sindaco Gualtieri, a giugno 2022 rispose: "Ci stiamo pensando". E questa fase di riflessione, pare, stia durando ancora oggi visto che non circolano annunci ufficiali a riguardo. Nel frattempo, per far comprendere, qualora ce ne fosse bisogno, la portata del fenomeno Carrà, basti dire che attualmente Times Square le ha dedicato una sorridente gigantografia (complice Spotify che l'ha di recente eletta Ambassador come icona di Equality per il suo impegno durato una vita in favore della comunità arcobaleno).
Anche qui da noi qualcosa si sta muovendo, ma con tempi decisamente troppo dilatati. Il famoso, oramai famigerato, omaggio che il Servizio Pubblico aveva promesso sottoforma di show celebrativo ancora non si è visto. Ed è lo stesso Japino a dire al Corriere della Sera: "La Rai non ha mai voluto dedicarle nulla". Va bene la programmazione speciale, soprattutto lato rotocalchi dei vari Tg, in suo omaggio prevista per domenica 18 giugno con tanti piccoli appuntamenti quotidiani per celebrare gli 80 anni dell'icona dal caschetto d'oro. Ma continua a sembrare un po' poco. Soprattutto se guardiamo il modo in cui l'estero si sta sperticando per continuare la "Fiesta" in onore della Raffa Internazionale.
A questo clima freddino, ora, si aggiunge pure il Teatro alla Scala di Milano con il suo niet al musical ispirato a Raffaella perché "cultura popolare", come se pop fosse una parolaccia e come se lei non avesse rappresentato e non rappresenti un fenomeno globale, impossibile da etichettare per talento, impatto ed eredità artistica e sociale della sua carriera, della sua vita. In attesa che La Scala voglia casomai rispondere a quanto sostenuto dalla produttrice Arzenton, l'impressione, anzi, la certezza è che si possa fare di più. Che si debba fare di più. Ora come ora, non ci stupiremmo se un bambino, pur conoscendo tutte le canzoni della Raffa a memoria perché fanno parte della nostra memoria collettiva tricolore, pensasse che Carrà fosse di nazionalità spagnola e non italiana. Invece, Raffaella Pelloni, questo il suo nome all'anagrafe, è nata a Bologna il 18 giugno del 1943 a Bologna. E prima di essere patrimonio mondiale, è patrimonio nazionale. Di cui dovremmo andare ben più fieri di così.