È trascorso quasi un mese dall'omicidio di Sharon Verzeni, e del suo assassino ancora non c’è traccia. Gli inquirenti continuano ad indagare, tra sopralluoghi e raccolta di testimonianze. Al momento le telecamere visionate non hanno portato ancora a nulla. La paura è che la morte della 33enne, accoltellata con 4 pugnalate, possa andare incontro a un “effetto Yara Gambirasio”. Di cosa stiamo parlando? Della possibilità che le indagini per scoprire l’identità dell’assassino vadano avanti per un arco di tempo lunghissimo. Proprio come accaduto per la piccola Yara, uccisa a soli tredici anni nel novembre del 2010. Questa la paura della mamma di Sergio Rucco, il compagno di Sharon che è stato ascoltato varie volte dai carabinieri come persona informata sui fatti.
Cosa sia accaduto quella sera a Sharon resta ancora un mistero, un puzzle che non si riesce a comporre. Sharon la sera del 29 luglio esce di casa verso la mezzanotte per fare una passeggiata. Sembrerebbe una nuova abitudine che aveva preso da qualche tempo, come hanno testimoniato anche i vicini. Il suo fidanzato Sergio Ruocco ha un alibi di ferro, e non si preoccupa di "difendere la sua posizione" avvalendosi di un avvocato. Come sostenuto anche dal fratello Mirko: “In un caso come quello di Sharon è normale che si vada a prendere subito il fidanzato o il marito della vittima. Sergio non sente alcuna pressione nei suoi confronti. Vuole collaborare. Può essere che una persona le abbia fatto delle avances. Lavorava in un bar a Brembate, a contatto con molta gente. Non è escluso che qualcuno ci abbia provato con lei. Oppure, per sua sfortuna, quella notte mentre camminava è incappata in un balordo”.