Da mesi mi chiedono cosa ne penso di Michelle Comi. Prima di vederla a “La Zanzara” con Giuseppe Cruciani, non avevo idea di chi fosse. Il caro Cruciani, però, oltre a essere un grande giornalista e un maestro della comunicazione radiofonica, è anche un vero talent scout di personaggi controversi e liberi dal giudizio comune. Così, incuriosita, ho cercato il suo nome su internet. Tra Instagram, OF e siti hard, non è facile farsi un'idea chiara su quale sia la sua attività. Su Google viene descritta come "internet personality", insomma un po’ un minestrone. Ho quindi guardato alcuni video in cui affronta temi sociali come il riscaldamento globale, l'immigrazione e il patriarcato. Tra una risata e l'altra per la sua ironia, mi sono trovata d'accordo con lei su diverse questioni. Pensavo fosse una ventenne, invece scopro che ha quasi trent'anni. Forse è un gioco del solito "do ut des": lei intrattiene con affermazioni esagerate per ottenere visibilità in programmi o podcast. Oppure è semplicemente una ragazza che, per qualche motivo o trauma personale, ha deciso di prendere la vita come viene. In fondo, però, Michelle non è una vera “mantenuta” perché tutta questa attività sulle varie piattaforme lo svolge, per cui è un lavoro vero e proprio. Insomma, recita la parte della “mantenuta” e le riesce piuttosto bene. Sarebbe quindi interessante studiarla: è un caso sociale degno di attenzione. Perché studiare Taylor Swift ad Harvard e non Michelle Comi alla Bocconi? Se fossi in lei, eviterei la pornografia amatoriale e mi concentrerei di più sul settore culturale.
Oggigiorno è più facile andare controcorrente sostenendo i valori conservatori tradizionali, soprattutto riguardo al ruolo della donna. In una società dove molte donne fanno i capricci per voler essere come gli uomini, competono con loro e spesso li disprezzano, persone come me e la signorina Comi vengono spesso messe in cattiva luce e derise. Tuttavia, noi “mantenute” siamo più solari, soddisfatte e rilassate. Io mi diverto a farmi chiamare “mantenuta”, anche se in verità sono una donna che lavora quando ha voglia e non ha padroni. Che male c’è nello svegliarsi alle 11 di mattina e passare la giornata tra parrucchieri, estetiste e tempo libero? Perché la vita deve essere per forza: nascere, lavorare e morire? La vita è godere! Nel frattempo, molte di quelle che lottano per i diritti e l'uguaglianza di genere spesso appaiono frustrate e insoddisfatte perché non trombano, quindi ancora peggio, mettici due gatti in un monolocale, un vibratore e il gioco è fatto!
Il vero plus sono le mamme mantenute, una categoria ormai in via di estinzione, a causa dei movimenti femministi che hanno modificato e amplificato il ruolo delle donne nella società. La mamma tradizionale è un individuo sano da dover tutelare, sono donne che hanno la possibilità di crescere i propri figli senza stress, garantendo loro l'attenzione necessaria e senza rischiare di farli crescere come tanti altri bambini trascurati, gli stessi che poi ci sorprendono quando compiono delitti o addirittura stragi. Ma chi è quella donna che non apprezzerebbe di avere un uomo che ti porta a casa i soldi e li mette sul tavolo, proprio come faceva mio nonno con la mia nonna “mantenuta”. Per me è tradizione. Tra i tanti video che ho visto di Michelle Comi, però, non condivido invece l'idea che la scuola non abbia valore o sia destinata solo a chi non è bella. Per me l'istruzione è una sfida e una fonte di grande soddisfazione personale. Presto tornerò a studiare per arricchire il mio curriculum, soprattutto se in futuro decidessi di candidarmi in politica, considerando che ci sono persone apparentemente competenti in quel ruolo, ma lo vedete anche voi in che mondo viviamo? Se i nostri leader fossero davvero professionisti e meno avidi, non ci troveremmo con così tante guerre e problemi globali. Capisco la frustrazione dei giovani che emigrano per cercare stipendi migliori, mentre chi rimane in Italia fatica a sopravvivere, nonostante abbia una laurea. Il messaggio di Comi, per chi sa leggerlo, è chiaro, provocatorio e, oserei dire, rivoluzionario.