La notizia del ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin ha scosso l’Italia intera, annullando tutte le speranze di un suo ritorno a casa. Ma la verità è che lo sapevamo già, un triste epilogo già scritto. Un finale visto troppe volte, e a cui forse ci stiamo anche abituando, per la sua prevedibilità. Ritrovare una ragazza scomparsa, una circostanza che non poteva non toccare da vicino Pietro Orlandi, che da ormai quarant’anni è impegnato nella ricerca di sua sorella Emanuela, che manca da casa dal lontano 22 giugno 1983. Un’altra dinamica, un’altra storia ma sempre lo stesso dolore.
Nei giorni scorsi, dopo aver condiviso le locandine per la ricerca di Giulia, ha dato libero sfogo ai suoi pensieri nelle storie del suo profilo Instagram: “Ma come si può arrivare a fare del male a questa creatura? Noi uomini con le nostre deplorevoli azioni siamo il fallimento della creazione, dovremmo essere resettati. Da uomo chiedo scusa e da uomo mi vergogno. Un abbraccio a Giulia ovunque sia”. C’è chi pensa che non ci siano nessune scuse da porgere, che scusarsi per il semplice fatto di essere uomini sia sbagliato. Ma riconoscere quanto l’uomo sia sempre più incline alla violenza verso la propria compagna, arrivando perfino ad uccidere, è qualcosa che va altre le semplici teorie filosofiche. È la vita vera, e tutti dovremmo chiedere scusa a Giulia, per non aver compreso le sue paure.