Siamo a un punto di svolta? Forse. Dopo otto mesi di continui rinvii la Commissione d’inchiesta per indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori ha avuto l’ok del Senato, nonostante il voto contrario di alcuni senatori, a differenza dell’approvazione unanime della Camera nel marzo scorso. Una Commissione che avrà gli stessi poteri investigativi della Magistratura, che potrebbe finalmente fare chiarezza, e mettere la parola fine, a misteri che vanno avanti restando tali da ben quarant’anni.
Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha partecipato alla trasmissione DiMartedì condotta da Giovanni Floris in onda su La7, in cui ha espresso le sue aspettative sul lavoro della Commissione: “Ho sempre avuto fiducia, nonostante ci siano stati tantissimi problemi perché c’è chi in qualche modo ha cercato, di frenare la Commissione. Comunque sia ho percepito la vicinanza delle istituzioni”. Andando poi sull’aspetto pratico: “Spero che parta il prima possibile, e che faccia luce su tutte quelle situazioni poco chiare che ci sono state negli ultimi quarant’anni, anche nei rapporti tra Stato Italiano e Stato Vaticano. Due mesi dopo la scomparsa di Emanuela ci fu un invito tra la Presidenza del Consiglio e lo Stato Vaticano a non aprire una falla che difficilmente poteva poi richiudersi. Questo fa capire che già si sapeva cosa poteva essere successo”. E sul ruolo dei servizi segreti: “Il SISMI ha seguito questa storia tenendo rapporti con i servizi segreti stranieri che sono entrati in questa vicenda, i servizi russi addirittura. Situazioni che mai sono state chiarite”. Aspettative alte, se messe a confronto con i risultati raggiunti finora. Aspettative che l’Italia intera, ora che la voce di Emanuela è diventata la voce di tutti, spera che non vengano disattese.