Pietro Storti non lascia, raddoppia. Anzi, già che c'è, sfotte pure. Dopo le polemiche sollevate da MOW riguardo al suo ultimo video TikTok in cui "canta", insieme a due amici, di volere "una bambina che deve ancora andare in prima" lasciando intendere dalle rime che l'oggetto del desiderio abbia 13 anni, risponde alle critiche con un altro contenuto di prestigio. Lo ritroviamo nell'amena location di camera sua e inzialmente sembra volersi scusare. Poi, il brusco cambio di passo: rincara la dose, Storti, tirando fuori una nuova "hit" in cui dice che le nate nel 2007 gli mandano "le tette in DM" e che lui continuerà a farsi anche "le 08" e "le 09", ossia quindicenni e quattordicenni, perché, "sabes que lo quieren" ("sai che lo vogliono"). Più dell'idiozia, può il pessimo tempismo. Proprio questa mattina, 25 agosto 2023, arriva da Caivano la notizia di un nuovo, tragico stupro di gruppo: due cuginette di 13 anni, come "la bambina" cantata da Storti, sono state violentate a inizio luglio da un branco di coetanei (capitanati, pare, da un 19enne). Non stiamo attribuendo alcuna responsabilità diretta di quanto accaduto a questo campione di TikTok, sia chiaro. Forse, però, se sui social ci fosse meno merda, tali atroci fatti troverebbero terreno un po' meno fertile per avvenire così frequentemente. Del resto, è Storti stesso a vantarsene: "I ragazzini mi fermano per strada con la luce negli occhi, mi ringraziano perché gli ho insegnato a rimorchiare". Avanti così.
Lo stupro di Caivano è, purtroppo, notizia ancora freschissima mentre ne stiamo scrivendo. A quanto risulta dalle prime ricostruzioni degli inquirenti riportate dalla stampa nazionale, due cuginette di 13 anni sarebbero stata trascinate con l'inganno da sei coetanei (più un diciannovenne) in un capannone al Parco Verde di Caivano. Lì, le avrebbero violentate in branco. L'unico del gruppo ad aver superato la maggiore età, è già stato fermato mentre si indaga sugli altri per stabilire le responsabilità di ognuno. Le vittime sarebbero ora in una casa famiglia.
Non faceva ridere ieri, tantomeno fa ridere oggi sentire e vedere Storti, con quegli altri due, gasarsi sulle rime: "Non sa le tabelline, deve ancora andare in prima. Di viso è un dieci, aggiungici un Duemila. Fa Gugu-Gaga quando tocco la bambina, la bambina, la bambina". E pensare che, nelle ultime ore, c'è chi ci ha contestato: "Davvero prendete sul serio questo video ironico? Pietro ne fa da sempre, non capisco cosa ci sia di male".
Saremo vecchi. Di certo lo siamo abbastanza per ricordare il gran polverone verso la musica metal ascoltata dai giovanissimi negli anni Novanta (ma anche i videogiochi violenti) accusata di aver provocato, in Italia, la nascita delle "Bestie di Satana". In America, invece, dito puntato contro Marilyn Manson per le, purtroppo frequenti, stragi nelle scuole. Il fatto che le armi, negli Stati Uniti, fossero disponibili pure nei discount, quello no, non veniva preso in considerazione tra le possibili cause.
Prendersela con una qualunque forma di intrattenimento diffusa tra i più giovani e che gli adulti non capiscono (o trovano orribile) è abitudine consolidata. E, molto spesso, ben miope. Qui però pensiamo che la situazione sia diversa. Pietro Storti, e non osiamo nemmeno immaginare quanti come, quanto, forse perfino più di lui, posta dei reel ironici esasperando le "qualità" cliché del maschio alfa. La sua, forse, vuole essere una parodia, ma in effetti nessuno può sapere se chi lo segue, oltre 600K ragazzini, comprendano che non stia dicendo e facendo sul serio.
Del resto, lo ribadiamo, è lui stesso a dirlo: "Le persone entro una certa fascia d'età, mi conoscono tutte. I ragazzini mi fermano per strada ogni due per tre con la luce negli occhi, ringraziandomi perché li ho aiutati a rimorchiare". Quindi Storti sa che chi lo segue lo prende a esempio, sa di avere un'influenza. E se ne sbatte, postando contenuti sempre più atroci nella speranza che qualcuno li noti, riprenda e possa parlare di lui. Il figlio d'arte gioca, quindi, sul maschilismo e perfino sulla ped0filia pur di raccattare due views in più, ingaggiare polemica e venir ripreso da qualche testata in modo che il suo "successo" possa divenire più "mainstream". Missione compiuta, ragazzo. Mamma e papà ne saranno molto fieri. Tanto quanto le vittime di Caivano, la ragazza violentata a Palermo e chiunque abbia un minimo di buonsenso.
Lo abbiamo scritto ieri e lo ripetiamo oggi: Pietro Storti non è un sottile provocatore, è solo un cogli0ne che non sa più come farsi notare, con buona pace di ciò che gli tocca dire o fare per appagare la propria smania di click e monetizzazione. Anche solo per questo, ma non solo, quel profilo (pardon, quel porcile) andrebbe chiuso ieri.