Toto Cutugno. So che mi disprezzava ma non l'ho mai odiato. L'ho rispettato perché era un grande autore. Le lacrime del coccodrillo non mi competono, interessano, riguardano, sono stato, per tifare la mia amata Roma, al Dopofestival solo quando il Festival lo presentò Chiambretti - non chiesi compenso - ma, purtroppo, mai familiarizzammo. Mi vedeva come quello che parlava solo di "musica straniera" - si chiama blues, funky, rhythm’n’blues, rock'n'roll - e mi guardava in cagnesco nell'affollato bar del teatro Ariston, eppure mai ho scritto una riga su di lui e la sua musica. Era un signor cantautore - cito solo "Soli" che scrisse per Adriano Celentano - e dico che i colleghi che discettevano e parlavano di musica italiana lo hanno trattato peggio che malissimo. Come avevano fatto, in passato, con Umberto Bindi e Herbert Pagani. Omosessuali. No, musicisti intimi e squisiti. Era antipatico, come gli disse in faccia l'immensa Mia Martini. Forse. Ma era anche grandissimo, Si, Celentano commise un errore madornale a non interpretare "L'italiano". Ma si riscattò subito dicendogli di cantarla lui. Ridicolizzato e sbeffeggiato dalla Critica con la puzza, e non solo quella, al naso, solo una vittoria a Sanremo in 15 partecipazioni, ultrafamoso negli ex Paesi dell'Est - lo volevano mandare nello spazio e cantava sempre col Coro dell'Armata Rossa - ma ignorato in patria. Si, un italiano vero. Grazie signor Cutugno
Via dalla pazza Italia, Rifacendomi cuore e padiglioni auricolari sentendo “Cortez the Killer”, enorme brano scritto e suonato da Neil Young, interpretato da Warren Haynes e i suoi Gov't Mule, non posso, celermente, non prendere atto del desiderio di lasciare il patrio suolo a meno che, come a Bardonecchia, il patrio suolo non venga a noi. Non a me che sto, "vigliaccamente", a Dublino. Roberto Mancini lascia, e nessuno si lamenta ma in molti gioiscono, la nazionale di calcio, ma non perché la faceva giocare schifosamente male ma per andare, anche lui, in Arabia Saudita. Coperto d'oro. Patriota.
Neymar junior all'Al Hilal. Che ha versato 80 milioni dii dollari per liberarlo e darà 160 milioni di dollari in due anni al giocatore. Non basta. Macchine di lusso per lui, la compagna Bruna Biancardi e il suo entourage, tre saune, una casa di 10mila metri quadrati, 5 persone disponibili 24 ore al giorno, e tra queste un cuoco personale. Altro? Pare che il calciatore intascherà inoltre 500 mila euro per ogni post social finalizzato a promuovere il campionato saudita. La lega calcistica araba che vorrebbe fare la Champions League ed essere trasmessa in tv? Presto fatto. La7 di Urbano Cairo ne trasmetterà una partita a settimana. Che orrore e che supremo schifo. No, non è razzismo, sono onestà e serietà. Una sola parola? Vergogna.