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Pedofilia, satanismo
e famiglie distrutte. Dopo 25 anni
il "bambino zero" di Veleno ha un volto

  • di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

25 maggio 2021

Pedofilia, satanismo e famiglie distrutte. Dopo 25 anni il "bambino zero" di Veleno ha un volto
Il podcast di Pablo Trincia aveva riaperto il caso di cronaca accaduto realmente in due piccoli paesi in provincia di Modena, Massa Finalese e Mirandola, tra accuse di pedofilia, fino a delineare un perimetro di 16 bambini che vennero presi e allontanati per sempre dalle loro famiglie, accusate di far parte di una setta di satanisti. Dopo la riapertura dell'inchiesta e il riavvicinamento di tanti ragazzi alle famiglie, anche il "bambino zero" da cui è partita l'inchiesta ha un volto e si chiama Davide

di Gianmarco Aimi Gianmarco Aimi

Otto episodi per riaprire un caso ormai dimenticato, ma che aveva sconvolto due paesi della bassa modenese. Otto episodi che hanno cambiato anche il corso dei podcast in Italia, perché da quel momento in poi la loro fruizione è esplosa. Otto episodi che hanno portato a ricostruire tante verità, ma soprattutto a ricostruire affetti tra parenti che da più di vent’anni si erano spezzati.

È quel che è riuscito a fare “Veleno”, la serie di Podcast di Pablo Trincia, uscita nel 2019, che ha ricostruito, a partire dalla storia di Dario (nome fittizio di quello che è stato battezzato “il bambino zero”), una vicenda di cronaca accaduta realmente in due piccoli paesi in provincia di Modena, Massa Finalese e Mirandola, tra accuse di pedofilia, fino a delineare un perimetro di 16 bambini che vennero presi e allontanati per sempre dalle loro famiglie, accusate di far parte di una setta di satanisti pedofili.

Oggi, dopo la riapertura del caso a livello giudiziario e il riavvicinamento di alcuni dei protagonisti ai loro parenti dai quali erano stati sottratti, anche il “bambino zero” ha un volto. Lo ha rivelato lo stesso Pablo Trincia sui suoi social: «Si chiama Davide. Alcuni mesi fa mi ha richiamato, dopo diversi anni di silenzio che erano seguiti al nostro unico incontro. Ci siamo parlati, ascoltati, chiariti. Lui nel frattempo ha riallacciato i rapporti con i suoi fratelli naturali e con la famiglia di Oddina, che lo ha aspettato per 25 lunghi anni. È un ragazzo fantastico. Sono fiero di poter dire che è un mio amico».

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