Il progetto del Ponte sullo stretto di Messina continua ad appassionare. Dopo uccelli e promesse di Salvini in giro per l’Italia, il ministro dei trasporti arriva all’UE. La promessa dell’avvio dei lavori entro due anni si fa sempre più verosimile ora che la Commissaria ai Trasporti Adina Valean attende un progetto solido e si è detta disponibile, a nome dell’Europa, a finanziare la prima parte del piano di costruzione. Salvini, ricordando l’obiettivo entro il prossimo biennio, ha sottolineato l’importanza della realizzazione criticando «i professionisti del no» che in questo caso andrebbero contro ciò che «l’Italia si augura». Accanto al progetto del Ponte, il ministro avrebbe chiesto fondi per la realizzazione della Tav Torin-Lione e il tunnel di base del Brennero, la coppia sempreverde delle diatribe politiche in tema di infrastrutture e trasporti.
La volontà di mettere un punto alla lunga vicenda del Ponte sullo stretto riguarda sicuramente anche i costi. Secondo il report proposto da Milena Gabanelli sul Corriere della sera, dovremmo iniziare a parlare di risorse investite già a partire dal 1981, quando nacque la società “Stretto di Messina Spa”. Nei primi 16 anni vennero spesi 135miliardi di lire per studi sulla fattibilità del progetto. Dopodiché ci fu il governo Berlusconi che nel 2003 riuscirà ad aprire un cantiere a Cannitello. I dati della Corte dei Conti parlano di 130milioni di euro spesi fino a questo data, ma non finisce qui. Dopo la breve pausa durante il governo Prodi, il quarto governo Berlusconi ricomincerà a parlare di Ponte. Tira e molla fino al 2013, anno di svolta grazie al governo Monti che metterà in liquidazione la società a cui erano stati affidati i lavori, la “Stretto di Messina Spa” appunto, nel frattempo finita nelle mani dell’Anas. La messa in liquidazione ha chiaramente mostrato quanti soldi erano già stati investiti. Si riportano 342milioni di euro, più gli investimenti tra il 1981 e il 1997 di cui avevamo parlati. A questi si aggiungevano gli indennizzi di parti terze a carico dello Stato, per cui si è ancora a processo (e su cui si avranno novità solo nel 2023).
I conti a oggi, a distanza di circa dieci anni dalla tentata liquidazione della “Stretto di Messina Spa”, non sono molto buoni. La stima è di circa 1,2 miliardi di euro, contro i presunti 6-7 miliardi previsti da Salvini per la costruzione del Ponte. Una cifra enorme alla quale si aggiungono 50milioni stanziati dalla ministra De Micheli nel 2020 e che ora finiranno non più in progetti e studi di affidabilità, ma nel capitale Anas, per riesumare senza neanche troppi giri, la fu “Stretto di Messina Spa”, che uscita dalla porta rientra dalla finestra, con un altro gruzzolo da aggiungere ai soldi assorbiti da questa grande e fumosa opera in Sicilia.