Ormai è diventato il cavallo di battaglia di Matteo Salvini, neoministro dei traporti. Il ponte sullo stretto è una promessa annosa mai realizzata. Le polemiche sono state tante, riguardano il costo, la rodata strategia acchiappa consensi legata alle grandi opere e l’estetica del paesaggio. Ultimamente Salvini aveva sostenuto che non costruire il Ponte sarebbe costato più che farlo alle casse dello Stato. Per Vittorio Sgarbi si tratta di un «miraggio di Salvini» e nulla di più. Qualche tempo fa anche Fiorello è intervenuto, ricordando al ministro che prima del ponte sarebbero necessarie le strade in Sicilia. L’intenzione di costruire il ponte alimenta i progetti di Salvini fin da prima della formazione del governo.
Ma le critiche nulla hanno potuto contro la convinzione del leader della Lega. Niente ha scalfito la solida certezza che il ponte dovrà farsi. Sarà un’opera green, nonostante le perplessità di Vittorio Feltri. Come ha già avuto modo di dire: «Verranno da tutto il mondo a fotografarlo». Si dovrà partire con il reinsediamento della società Stretto di Messina, in liquidazione da 9 anni. Poi il piano di costruzione dovrà iniziare nel minor tempo possibile. Ma nella furia di rispondere a qualunque obiezione, Salvini si trova impelagato a discutere del volo degli uccelli… Proprio così. Adnkronos riporta le parole del vicepremier durante l’assemblea di Alis: «Adesso qualcuno ha detto che il ponte sullo stretto di Messina potrebbe causare problemi agli uccelli che ci andrebbero a sbattere, ma gli uccelli non sono scemi, voleranno evitandolo». Salvini ha poi continuato: «Mi piacerebbe che i primi scavi partissero da qui a due anni». Sperando che nel frattempo gli uccelli possano organizzarsi.