Per Salvini, pur senza ufficialità alcuna, si sente odore di Ministero delle infrastrutture. A «Quarta Repubblica», pur sperando di tornare ministero dell'interno, ne parla come se già stesse lavorando a tempo pieno sugli obiettivi del comunque assai pesante dicastero. Dopo l’elogio di una giustizia più agile, che magari si otterrà con la nomina del magistrato Carlo Nordio, torna brevemente sulla flat tax che, secondo Salvini, «crea ricchezza», «una roba che ha permesso di aprire centinaia di nuove partite iva». Matteo Salvini afferma di non vedere l’ora di cominciare (confida già a partire da lunedì). Tra le proposte di Salvini i grandi classici delle infrastrutture e delle grandi opere, come il ponte sullo Stretto di Messina. «Dobbiamo sbloccare le opere pubbliche: scuole, strade, penso allo Stretto di Messina, che costa di più non fare che fare, e creerebbe 120mila posti di lavoro. È nel programma di centrodestra». E va avanti con un’altra annosa proposta, inoltrata al Ministero delle infrastrutture nel 2016 e approvata l’anno dopo, ma in ballo dagli anni Ottanta: la gronda di Genova, un potenziamento autostradale che permetterebbe di alleggerire il tratto di A10 che va dal casello di Genova Ovest all’abitato di Voltri.
L’obiettivo è un’Italia più efficiente e che si apra al nuovo. «C’è tanto lavoro da creare, dovremmo sconfiggere i no, quello che non vuole il Ponte sullo Stretto, quello che non vuole il gas, i rigassificatori. Ci sono tanti posti di lavoro da creare». La gronda è pagata da privati: «Sono fermi. Perché c’è il comitato, c’è “forse, vediamo, dipende”. Ecco lì ci vuole uno… Io firmo, poi c’è il ricorso, il controricorso, il comitato, il contro-comitato. Chi se ne frega». E Nicola Porro incalza: «Ma lei li ha conosciuti i no Tav da ministro degli interni. Non è così facile. Si ricorda il casino?». «Per fortuna che la Lega ha tenuto duro, abbiamo avuto la testa dura, al di là dei 5 stelle e di Toninelli e stanno lavorando in questo momento. L’Italia ha bisogno di correre, di viaggiare».