Continua l’impennata del prezzo della benzina, arrivato a sfondare i due euro al litro. Un aumento che, di conseguenza, è diventato motivo di scontro politico. Il Pd: “Il ministro Matteo Salvini aveva promesso un intervento del governo con il prezzo dei carburanti sopra i due euro al litro”. Avs attacca: “Il governo consente la speculazione sulla benzina nascondendosi dietro l’alibi delle tasse”. Un aumento che va avanti da 17 giorni di filati. E ritorna anche il dibattito sulle accise, con le opposizioni che ne chiedono il taglio, soprattutto dopo le promesse fatte in campagna elettorale aia dalla destra che dalla sinistra. La vicepresidente del Senato Mariolina Castellone: “I costi dei carburanti continuano a salire e dal governo nessuna soluzione concreta. Un prevedibile flop esporre i cartelli con il prezzo medio. Intanto a perderci sono ancora e sempre le tasche degli italiani. Dov’è il taglio delle accise promesso quando erano all’opposizione?”.
Raffaella Paita, senatrice e coordinatrice nazionale di Italia Viva: “Grande successo del governo Meloni. Non si ferma l’aumento del prezzo della benzina: cresce ormai da 16 giorni consecutivi. Continuano gli abusi e i controlli annunciati si dimostrano privi di qualsiasi efficacia”. In Italia, si sa, le accise sono molto alte: il 30% sul costo della benzina e il 34% su quello del diesel. Il prezzo che vediamo alla pompa si compone di tre fattori: costo della materia prima, accise e Iva al 22%. Stando all’associazione europea per la mobilità Acea, nel 2022 l’Italia era il Paese europeo con le accise più alte sul gasolio e il secondo sulla benzina. Allo stato non conviene ridurre le accise, dal momento che si tratta di proventi importanti per riempire le casse.