L’accoglienza dei profughi ucraini inizia a sollevare qualche malumore, in particolare da parte degli albergatori che si sono messi a disposizione delle istituzioni per ospitare le persone (quasi tutte donne e bambini) che sono fuggite dalla guerra in Ucraina. È stato Il Messaggero qualche giorno fa a riportare alcune testimonianza di titolari di strutture ricettive private a Roma che, dopo due mesi, hanno fatto sapere di non essere più disposti a dedicare interamente il proprio lavoro in questa attività. Complice l’arrivo della bella stagione e quindi anche dei turisti e quindi di soldi che gli albergatori vorrebbero intercettare, visto che i fondi erogati al giorno per ogni ucraino dalla Regione sono decisamente inferiori a quelli che potrebbero garantire i villeggianti. Per capire quale sia il clima fra gli imprenditori che si stanno impegnando nell’accoglienza, all’interno del podcast BlackList x MOW, Domenico Aruzzolo lo ha chiesto a uno di loro: Domenico Visicchio, generale manager del Mercure West Hotel di Roma.
Dottor Visicchio, quanti profughi ucraini accoglie la sua struttura?
Sono esattamente 384.
E in questo periodo è previsto un aumento?
Abbiamo un accordo su un numero massimo che riusciamo a mettere a disposizione. Perché parallelamente siamo al lavoro con i clienti abitudinari.
Alcuni suoi colleghi si sono lamentati, dicendo che con l’arrivo dell’estate e dei turisti non sono più disposti a continuare nell’accoglienza. Voi come intendete procedere?
Sicuramente c’è crescita del turismo su Roma. Però da parte nostra siamo disposti a proseguire, magari saranno rivisti i numeri. Ma per ora non si prevede un forte incremento. C’è gente che ha bisogno di assistenza medica, siamo collegati con la Asl, sono tutte donne e bambini, per gli uomini parliamo in totale di dieci anziani o invalidi. Su 240 camere loro ne occupano 140 camere.
La Regione Lazio sembra che eroghi fra i 30 e 90 euro giornalieri. È così?
Non è una cifra che pattuiamo, ma una cifra erogata dalla Regione per le spese sostenute dalla struttura. Non sono prezzi fissi. C’è chi preferirebbe lavorare con il turismo, visto che con i turisti i prezzi sono molto più alti. Ma per noi è una scelta di collaborazione e di etica che abbiamo fatto. Per cui, dalla sera alla mattina non possiamo dire che non diamo più spazio a nessuno.
A Roma quanti hotel ci sono che ospitano profughi?
Che io sappia, parlando con i nostri rappresentanti di categoria, siamo in cinque tra nord e sud di Roma. Al centro sono tutte associazioni cattoliche. E noi siamo una struttura transitoria, dove si appoggiano per poi spostarsi in altri luoghi. Dicono che si cercherà di fare una accoglienza diffusa.
Da quanto tempo sono da voi?
Dal 12 marzo, ormai sono quasi due mesi.