Dezinformacija. Era contro di essa che si fondava la battaglia più grande condotta dalla giornalista Anna Politkovskaja, ma la disinformazione ha scelto nuovi nomi e nuove modalità per contagiare il mainstream a cui tutti assistiamo ogni giorno. Nello specifico, com'è che funziona la propaganda russa nel nostro Paese? In quale ambiente nasce, cresce, si diffonde a macchia d'olio? Piazzapulita, attraverso il reportage del giornalista Alessio Lasta e insieme all'esperto di social e propaganda Alex Orlowski, esplora i legami della propaganda russa con la politica italiana. Non è passato molto tempo dalla notizia della morte di Maksim Kuzminov, un pilota russo da molti definito come "disertore", pubblicata sul giornale Il Corrispondente.
La stessa notizia, riportata anche da Ansa, descriveva come il pilota russo, che dirottò un elicottero militare Mi-8 per le forze armate ucraine nell’agosto 2023, fu poi trovato morto in Spagna dopo aver subito diverse ferite da arma da fuoco. Alla luce del lancio di questa notizia, bisogna considerare innanzitutto che si parla di TASS, ovvero la principale agenzia di stampa russa, che generalmente fa uso di toni convenzionali e distaccati (un po' come fa da noi l'Ansa). La scrittura di stampo didascalico, però, conserva in sé un'argomentazione da non sottovalutare: "La morte di Kuzminov è stata riportata dal media italiano Il Corrispondente, che ha citato una fonte della Guardia Civil spagnola che sta indagando sul caso. Anche la testata spagnola Eureka News ha riportato la notizia della morte".
Osservando dunque questi fatti, le analisi di Orlowski appaiono da subito nette: se sceglie di non dilungarsi troppo sulle sue partecipazioni agli eventi del collaboratore di Russia Unita (il partito di Vladimir Putin), Amedeo Avondet e dei suoi viaggi a Mosca con tanto di incontro presso l'Ambasciata russa, lancia una provocazione. Sulla base dei suoi discorsi e dei suoi post sui social, quanto fervore e quanta dedizione Avondet nutre per le cause del Cremlino? Per non considerare il fatto che Avondet, pare, sia anche pervaso di un forte disprezzo per la Nato. Solo qualche giorno fa, come svela sulla piattaforma X Marco Fattorini, Avondet era sceso in piazza a Milano criticando aspramente Navalny: "Navalny eroe o dissidente? Era solo un bastardo". Tornando al legame tra il giornale che ha lanciato la notizia, ovvero Il Corrispondente, ci sono varie cose che non tornano. A partire dal fatto che gli editori di qualsiasi giornale italiano hanno l'obbligo di essere registrati al ROC (Registro operatori comunicazione) - obbligo che Il Corrispondente non ha rispettato - per finire con il fatto che il sito ha come provider Hostinger, con tanto di partita IVA falsa (persino l'indirizzo corrispondente è quello del negozio di un noto stilista italiano). Sono sotto accusa anche i toni così "marcati" dei titoli dei tanti post del sito, che si fanno portatori il sentimento populista, omofobo e xenofobo del web. Quindi si parla del ritorno dei totalitarismi europei, dell'Italia che si è gradualmente evoluta come regno delle gang o anche dell'inaugurazione di "frocilandia".
Salta all'occhio il fatto che, per la stesura di questi articoli, ci sia una qualche madrelingua di italiano. Non a caso è stata condotta un'analisi dei backlink della pagina, i quali hanno rivelato collegamenti con il canale Telegram "italia_unita_avondet". Il tutto con la scoperta di un ulteriore collegamento con un account Instagram abbandonato che condivide lo stesso logo della testata e dunque sarebbe riconducibile direttamente ad Avondet, considerando abcge la semantica e i toni adottati negli articoli molto simili a quelli di Avondet. Ieri sera, dopo le rivelazioni sul Il Corrispondente, Orlowski, insieme ad Alessio Latsta, ha però svelato a Piazzapulita anche l'identità di un'altra "pedina della propaganda russa in Italia": Irina Osipova.
L’inchiesta per Piazzapulita di Alessio Lasta e Alex Orlowski mette poi in luce, in realtà due nomi italiani che sarebbero indissolubilmente legati agli ambienti filorussi e filoputiniani, ovvero, oltre alla già menzionata Irina Osipova, anche Andrea Palmeri. Irina, 35 anni, russa di nascita ma trapiantata a Roma come coadiutore nel cuore della politica italiana - nientemeno che al Senato - sarebbe stata la prima a intervistare il Palmeri, condannato proprio l’anno scorso per aver reclutato Foreign fighters a pagamento nel Donbass, avendo combattuto lui stesso per conto dei russi. Il fascino che lo “Zar eterno”, Putin, esercita sulla Osipova è così forte che, a un certo punto la spinge a scendere in politica, tanto che si presenta nel 2016 con FdI e Giorgia Meloni alle elezioni comunali: “Sognando di sconfiggere la sinistra radical chic e di portare ordine a Roma”. Orlowski ammette: “Oltre ad aver fatto la corte a Giorgia Meloni, ci ha provato anche con Matteo Salvini”. Irina Osipova non è una sconosciuta negli ambienti filorussi, tutt’altro. Anche Maurizio Murelli, ex militante estrema destra, sostiene alcune delle posizioni della Osipova: “Perché è così grave che un russo sia nel cuore della nostra politica?” dice. E allora viene mandata in onda una conversazione con Oleg Horodetsky, presidente dell’associazione cristiana Ucraini in Italia che commenta: “Il suo compito era tradurre alcuni messaggi molto forti, provocatori, dal russo all’italiano e di adattare questi messaggi alla mentalità popolare. Diciamoci la verità, lei si è saputa muovere molto bene negli ambienti italiani. Non è stata una sprovveduta. Garantisce rapporti con la Russia anche a livello politico ed economico. Ha sempre tradotto la propaganda russa nel nostro Paese”. L’inchiesta si conclude con l’accusa da parte di Irina Osipova all’inviato di Piazza Pulita di molestie: “Lei è molesto nei miei confronti. Lo conosce l’articolo 21? No? Esprime la libertà di avere le proprie idee”. Ma lui non demorde e le chiede se non sia anche il caso di avere il coraggio di esprimere le proprie idee. “Ah sì? E quale articolo lo prevede?”, riferendosi forse proprio a quelle idee che esprimeva a gran voce solo alcuni anni fa in sulla TV italiana, ovvero, il suo grande amore e sostegno per Vladimir Putin.