Dai, ora potete dire che avevate ragione, che l’Unione Europea si sta riarmando perché vuole la guerra, perché Zelensky sta arbitrariamente portando al collasso il suo Paese, che Trump sta cercando la pace perché è arrivato il momento giusto per far finire questo conflitto, che l’Occidente deve accettare una tregua imperfetta dal momento che è la Nato ad aver provocato Putin espandendosi. Avete ragione, e l’unico ostacolo alla pace è la megera Von Der Leyen che sceglie di finanziare un riarmo sospendendo la democrazia (anche se il Parlamento europeo ha appena votato a favore del “ReArm Europe”, questo il nome). Ah no, si scherza. In realtà Mosca ha appena fatto sapere che la tregua di un mese accettata da Zelensky e proposta dagli Usa non gli interessa. Rifiuta e va avanti. Dal Cremlino, attraverso il consigliere di Putin per la politica estera Yuri Ushakov, ci fanno sapere che trenta giorni di pausa sono solo un modo per far prendere fiato ai nemici e questo, loro, quelli che la guerra la fanno per reazione alle stupide provocazioni dell’Occidente, proprio non lo vogliono. Dicono che sono aperti alla tregua ma intanto avanzano e pongono condizioni impossibili da accettare. Sono scuse. Come ha detto lo storico Timothy Garton Ash, “è un sì che vuol dire no". Ma sì, potete continuare a definirvi pacifisti e non putiniani quando rifiutate l’idea che l’Europa possa diventare autonoma e autosufficiente sul piano della difesa. In fondo l’Ue è nella Nato, non dovrebbe preoccuparsi di nulla. Peccato che gli Usa sappiamo e possano difendersi anche senza Nato, così come la Russia può difendersi da sola (e così la Cina). Perché l’Ue non ha diritto a difendersi come meglio crede? Sì, giusto, perché sarebbe (lo dice un filosofo politico nostrano, Andrea Zhok) “la più efficace strategia per massimizzare i rischi di un conflitto”.

Bisogna ridimensionare la portata del tentativo di Putin di invadere, con una guerra lampo (di soli dieci giorni), un Paese sovrano, giustificando il tutto con un articolo di 6.500 battute in cui sosteneva che l’Ucraina non aveva nessun diritto di sovranità e autonomia rispetto alla Russia (On the Historical Unity of the Ukrainians and Russians, estate 2021). Potete fare i realisti, pensare che tutto si riduca alle risorse, e che quindi l’Ucraina sia solo un altro step dell’eterna guerra per le terre rare tra Ue, Usa e Russia. Potete cancellare motivi di lunga durata, le nostalgie sovietiche e zariste, l’hitlerismo di Putin, la compiacenza di Donald Trump per il leader russo già durante la prima amministrazione iniziata nel 2016. Possiamo dimenticare anche i metodi della prima invasione della Crimea nel 2014, quando dei soldati senza mostrine soprannominati “omini verdi” (come dei marziani) attaccarono senza onore. O la dinamica da Prima Guerra Mondiale, come ricordano lo storico Andrew Roberts e l’ex direttore della Cia David Petraeus, quella di un conflitto congelato, di trincea. Niente di tutto questo sembra contare. Contano solo i tagli al welfare da parte dell’Ue, i cattivi europei, neanche più occidentali visto che gli antimaericani di ieri si sono svegliati trumpiani e i radicali di sinistra si sono trovati d’accordo con i leghisti, tra cui Vannacci.

