Sarà che siamo dei romanticoni, ma da quando il matrimonio con Fedez è scoppiato Chiara Ferragni è diventata più bona. Dice: ma ti pare che adesso, uno, a proposito di Chiara Ferragni, deve mettersi a parlare di questo? L’ho detto, siamo romanticoni: le vicende terrene passano, ma quando una è bona è bona, come se stesse sfiorando la forma ideale, quella che Dio ha pensato per lei, quella forma che possiamo soltanto intravedere nei rari momenti di grazia, non la forma capitata nel mondo, che è fugace, soggetta al caos; per così dire sto parlando di una bonaggine platonica. Chiara Ferragni la sta sfiorando; perché la bonaggine platonica può solo sfiorarsi, in questa vita, ossia fiorire per poi sfiorire. E di solito è lì che una donna fiorisce – smentitemi – quando il suo matrimonio finisce. Gli scatti della sua nuova collezione di costumi (ne stiamo parlando gratis, non mi ha mandato i suoi bikini, giuro, non li fanno della mia taglia) ne sono la prova. E non parlo soltanto della rinnovata luce negli occhi, anche i tatuaggetti sembrano splendere di più. Non mancano le critiche, nei commenti, a queste foto.
C’è chi la trova troppo magra, c’è invece chi intravede – addirittura – una qual certa tristezza nei suoi occhi: sono sicuramente le fan di Fedez o quelle incastrate nei matrimoni infelici. Sono coloro che devono trovare sofferenza in una separazione e che restano attonite di fronte alla turbofregnaggine che invece si scatena e si sprigiona: fanno “single shaming”. Dimentichi della battuta del (povero) Louis C.K.: “Una separazione è sempre una buona notizia. Sapete quanti matrimoni riusciti finiscono in una separazione? Zero”. Anche gli scatti fotografici restituscono una genuinità e una spontaneità che sembrava perduta: i pensieri che le avranno – o le staranno – ancora affastellando la mente sono sommersi da una sorta di spensieratezza dovuta alla libertà conquistata. Si chiudono porte e si spalancano portoni: non a caso sono gli scatti della nuova collezione primavera-estate (no, non mi ha mandato un vestitino a fiorellini, su di me farebbe un po’ effetto Hulk).
E anche i bikini, e gli short (e i fiorellini, i fiorellini sono molto importanti) richiamano alla mente atmosfere anni ‘70, gli anni subito successivi alla rivoluzione sessuale, e crediamo fermamente che la Ferragni li abbia pensati proprio quando la vita la imprigionava sempre di più, come a volerne fuggire: sono bikini e vestitini che richiamano alla mente il movimento hippy e il marchio Fiorucci ai suoi albori: denim e fiori. Certo, Chiara è ancora una ragazza, una ragazza del suo tempo, immersa negli orizzonti attuali che mirano a Dubai. Ma lei, con questa magrezza salubre da spiga di grano, richiama alla mente scenari dell’epoca dei figlio dei fiori: da Zabriskie Point a Big Sur: la vediamo correre al ralenti nella natura, bionda e magra, o scatenarsi nel fango di Woodstock.
È una Ferragni pienamente anni Settanta, quella di adesso: forse l’ultima epoca in cui l’umanità ha avuto un vero pensiero e una vera musica. È una Ferragni country-rock: tra Bob Dylan e Paul Simon, tra gli Eagles e i ZZ top, un po’ Jefferson Airplanes e molto Edie Brickel & New Bohemians (la Brickell è la moglie di Paul Simon), per usare una metafora attuale è una Ferragni “The Lumineers”: la vediamo in una Road House, sulla veranda di legno affacciata su un fiume, o davanti una roulotte airstream, con le file di lampadine colorate. Una turbofregna libera che si sta riappropriando della sua forma. Anche solo per un attimo fugace.