Non ci potevo credere, credevo fosse uno scherzo, una battuta e invece no, tutto vero, tutto surreale: Chiara Ferragni nel suo nuovo canale Telegram fa esplodere le parole che non le piacciono. Letterale. Esplodono. Se tu scrivi pandoro, o Balocco, o beneficenza puff le parole spariscono e come al solito, come sempre, non è quello che fa la Ferragni il problema, perché lei può fare ciò che ritiene giusto, ciò che vuole, ma c'è un tema di censura del dissenso che mi preoccupa. Molto più importante. Molto più grave. Prima i commenti chiusi, poi limitati, poi cancellati. Adesso un nuovo aggiornamento: le parole non si possono scrivere. Non le offese, che vanno bannate, d'accordo. Le parole. Che cosa ci dobbiamo aspettare, un mondo dove le parole scomode, le domande sconvenienti, non si possono nemmeno più scrivere? Guardate che le parole hanno un potere enorme. Le parole sono magiche. Dal momento che definiamo un'azione, un pensiero o un oggetto con una parola noi acquisiamo consapevolezza. Se ci evitano di scriverle, le parole che dimostrano il dissenso, dove va a finire la nostra consapevolezza? Ha senso crearsi una bolla, come insegna Chiara Ferragni, in cui nessuno ti può fare domande non allineate, nessuno ti può rinfacciare un'ingiustizia?
La direzione verso la quale stiamo andando è quella di una realtà dove intelligenza artificiale e algoritmo ti possono permettere di essere davvero libero oppure no. E badate bene che oggi noi siamo qui a dire tutto il male possibile delle elezioni in Russia: che non sono state vere elezioni, che non è stata possibile la minima forma di protesta. Oggi siamo tutti maestri di democrazia. Eppure, anche noi ogni giorno assistiamo alla perdita delle nostre più basiche libertà, ogni giorno un pezzetto di più, e quelli che si scandalizzano invece sono sempre meno. E se pensate che stia esagerando be' è proprio questa la dimostrazione che anche alla perdita di libertà ci si abitua un poco alla volta. Io invece sono convinto ogni giorno di più che non bisogna fare prigionieri e far notare ogni qualvolta la libertà di espressione viene messa in pericolo. Ripeto, non è la Ferragni che mi interessa, mi interessano i meccanismi attuati per stimolare la censura, mi interessa vedere come Chiara Ferragni assomiglia sempre più a un avatar fatto con la AI e non a una persona, anche questa una deriva da tenere d'occhio, e mi interessa ciò che insegnano personaggi che possono influenzare le giovani generazioni come lei. E voi, lo volete un futuro in cui il dissenso è bloccato, la libertà limitata, le parole spariscono e nessuno si lamenta? Io no. Chiara Ferragni o chi per lei evidentemente sì.