A 15 anni dalla sua scomparsa, l’anima di Gianfranco Funari aleggia ancora all’interno di molti studi televisivi italiani. Innovativo, dissacrante, ironico, colto e nello stesso popolare. Difficile trovare qualcun altro come lui. Infatti non c’è. Ma chi si è ispirato alla sua esperienza, consciamente o inconsciamente, c’è eccome. Anche per questo, dopo il successo della prima edizione, si continua a rendere omaggio a uno dei protagonisti televisivi più amati del piccolo schermo attraverso il Premio Gianfranco Funari – Il giornalaio dell’anno 2023, organizzato da Libero produzioni televisive, con Marco Falorni e Andrea Frassoni, rispettivamente produttore e autore degli ultimi suoi programmi , insieme alla Fondazione Carnevale di Viareggio. E noi di MOW c'eravamo, visto che gli organizzatori ci hanno definito “il magazine online più UNpolitically correct e provocatorio d’Italia”. Il riconoscimento è stato consegnato a “colui o colei che, attraverso la parola, lo scritto e qualsiasi mezzo di diffusione, ha manifestato liberamente il suo pensiero e si è contraddistinto per il suo spirito indipendente e per la sua voglia di fare informazione aperta a tutti”. La scelta dei vincitori è stata effettuata da un ristretto panel di valutazione composto da amici, collaboratori ed estimatori che negli anni hanno conosciuto e hanno lavorato al fianco di Funari: Morena Zapparoli Funari, il regista storico Ermanno Corbella, i giornalisti Gianni Barbacetto e Francesco Specchia, Marco Falorni e Andrea Frassoni. Nella scorsa edizione furono premiati l’anchorman David Parenzo, la giornalista Gessica Costanzo per la sua preziosissima attività nella bergamasca durante la pandemia, e il collettivo satirico Lercio. Quest’anno chi sarà o chi saranno i giornalai o le giornalaie dell’anno? Eccoli di seguito con tanto di motivazione.
Rosario Fiorello, che ogni mattina continua a dimostrarsi un fantastico giornalaio grazie alla sua sorprendente edicola di Viva Rai2 che riesce a coniugare perfettamente l’informazione con l’intrattenimento e viceversa, ottenendo indici di ascolto incredibili e costanti. “Famo er picco!”(cit. Funari). Fiorello può permettersi di scherzare su politica, cronaca, sport e ogni spunto offerto dalle news è utile per fare satira e informazioni in libertà fregandosene del “politicamente corretto”. Come Fiorello anche Funari aveva l’abitudine di leggere i giornali alle 5 del mattino per essere informato sui fatti del giorno, solo che poi Funari crollava distrutto nel letto mentre Fiorello si prepara tranquillamente alla trasmissione. Nel 1994 quando Funari vinse il Telegatto, prima di salire sul palco a ritirare il premio andò verso il giovane Fiorello e i due si scambiarono un cinque, un high five in pieno stile anni '90. Oggi, 30 anni dopo Fiorello, pur mantenendo lo stile personale che lo contraddistingue, si è dimostrato un brillante erede di Gianfranco nella tradizione dei giornalai d’Italia e per questo merita il Premio Funari - Giornalaio dell'anno 2023. Ma non solo.
Anche Serena Bortone è tra i premiati. L’infotainment, la fusione tra informazione ed intrattenimento è un’arte televisiva popolare ma di difficile equilibrio. A volte può esser fatta come nel caso di Funari da un personaggio dello spettacolo che si presta al mondo dell’informazione, altre volte come nel caso di Serena Bortone, il conduttore o la conduttrice provengono dal mondo del giornalismo. Serena ha dimostrato tutto il suo talento da anchorwoman, da giornalista televisiva, soprattutto negli anni di Agorà in onda su Raitre, mentre dal 2020 con il talk show Ogni è un altro Giorno ha iniziato muoversi tra l’informazione e il più puro entertainment, mantenendo sempre la sua grande energia e positività. Prima di debuttare nella conduzione di Ogni è un altro Giorno Serena aveva dichiarato “La gente sarà il mio faro”. Tre anni dopo, superando anche accuse e polemiche, la Bortone è riuscita a mantenere questa promessa e a regalare al suo pubblico, alla gggente uno spettacolo popolare e di successo. Per queste motivazioni Serena Bortone merita il Premio Funari - Giornalaia dell'anno 2023. Ma c'è anche un altro premiato.
Si tratta di Zoro (Diego Bianchi). Negli anni 2000 il Web ha creato nuove opportunità per l’informazione libera e per la satira, lasciando emergere nuovi protagonisti e personalità originali. Alcuni di questi come ad esempio Diego Bianchi in arte Zoro, sono diventati dei punti di riferimento anche al di fuori del Web conquistando spazi nei media più tradizionali come radio e tv. Zoro negli ultimi anni si è dimostrato un abile conduttore, consolidando uno stile televisivo personale e riconoscibile che ha conquistato una fetta di pubblico trasversale sia per età e che per orientamento politico. Negli anni '90 Gianfranco Funari amava riprendere e commentare insieme al pubblico e agli esperti le dichiarazioni dei politici, i titoli dei tg e dei giornali facendo emergere le contraddizioni, le imprecisioni , le “balle” dei politici della Prima e della Seconda Repubblica. Zoro insieme al suo team, con Makkox in testa, a Propaganda Live con la sua rassegna Web fa la stessa cosa, regalandoci con un taglio sarcastico spunti di riflessione e molta comicità, spesso involontaria creata da politici, giornalisti, personaggi dello spettacolo e ovviamente dagli utenti del Web più brillanti e ironici. Diego Bianchi in molte occasioni sembra davvero un Funari 4.0 e per questo si merita anche lui il Premio Funari - Giornalaio dell'anno 2023.
“I premiati di quest'anno ci danno la fotografia precisa, con modalità diverse, del nostro momento storico e di come la televisione ci può e debba raccontare. Tutti e tre i premiati hanno degli elementi "alla Funari" e del professionista serio, ironico e libero che fu Gianfranco" ha dichiarato Marco Falorni, ex produttore e autore di Funari. “Il saper interpretare la realtà, anche in modo irriverente, ma sempre con sagacia è stata la cifra stiilistica di Gainfranco Funari, ma è anche lo stile narrativo dei nostri maestri che con il linguaggio della satira e dell'allegoria hanno saputo raccontarci la quotidianità”, ha invece spiegato Maria Lina Marcucci, presidente della Fondazione Carnevale di Viareggio. Secondo l’ultima moglie Morena Zapparoli Funari “Gianfranco Funari sarebbe felice di sapere che anche quest’anno il premio “Gianfranco Funari giornalaio dell’anno “ verrà conferito nella cornice del Carnevale di Viareggio. Il suo modo di comunicare originale e irriverente ha fatto da apripista ad una maniera di fare televisione che ancora oggi è una delle più imitate per aver dato parola alla gente e aver indossato la maschera del “comune sentire” che smascherava le malefatte del potere”. “Anche se Fiorello, Bortone e Zoro sono tre fuoriclasse della tv di oggi, è evidente che abbiano fatto tesoro della lezione di un maestro della tv come Gianfranco. E’ bello che tutti e tre i premiati abbiano accolto questo premio con onore e grande rispetto per Funari” ha infine spiegato Andrea Frassoni, ex collaboratore di Funari e autore del documentario Funari Funari Funari per Sky Documentaries.
Rosario Fiorello, ricevuto il premio, ha dichiarato entusiasta: “Un occasione straordinaria, il premio Gianfranco Funari, sono veramente felicissimo, onoratissimo per questo premio conferito forse immeritatamente, non lo so, però io sono veramente contento. Ho conosciuto Gianfranco, una persona incredibilmente straordinaria e ci siamo fatti insieme un sacco di risate. Quindi vi ringrazio ancora una volta… viva il Premio Gianfranco Funari, viva il Carnevale, viva Gianfranco Funari! Grazie, grazie, grazie”. A lui si è aggiunta Serena Bortone: “Sono molto contenta di questo premio e vi ringrazio. Devo dire che è emozionante ricevere questo premio perché da ragazzina mi ricordo le trasmissioni di Gianfranco Funari, ricordo l'impatto assolutamente rivoluzionario, libero nella televisione italiana, cioè l'idea che si potesse dare voce al popolo che parla, il dibattito, che all' epoca non era scontato perché lui ha contribuito in maniera fondamentale a togliere un po' di polvere e lo faceva con una maestria assoluta”. E non ha mancato neppure Zoro di ringraziare gli organizzatori, ricordando Funari: “Da spettatore, uno che si rapportava così come faceva Funari al proprio pubblico e ai propri ospiti, non si era mai visto. Almeno io non l'avevo mai visto. Era assolutamente un semplificatore della comunicazione, nel momento in cui c’era il famoso 'politichese', un linguaggio che in realtà non c'è più, anzi adesso sembrano un po' tutti Funari, anche i politici. In questo momento, se ci fosse ancora Funari, probabilmente cercherebbe di alzare il livello e giocherebbe per contrasto. Però in quel momento lui era un semplificatore della comunicazione, quindi del discorso di un politico cercava sempre di andare al nocciolo della questione, costringendolo a semplificare il proprio linguaggio”.
Come scenario e contesto, realizzare questo evento in collaborazione con la Fondazione Carnevale di Viareggio è sembrata agli organizzatori la scelta naturale perché Funari, con la sua esuberante personalità, i suoi modi di fare il suo linguaggio il suo stile e la sua figura ben riconoscibile, spesso imitata e parodiata, è stato egli stesso una “maschera” di grande popolarità negli anni Ottanta e Novanta, finanche essere celebrato nel 1995 in un carro del maestro Piero Farnocchia intitolato “Reclam”. Funari, che ebbe il pregio riconosciuto da molti di “smascherare” il linguaggio della classe politica e i labirinti del lessico politichese, convinse i governanti della Prima e Seconda Repubblica ad esprimersi in modo chiaro e comprensibile ai cittadini, ai telespettatori. Una “maschera”, la sua, che soprattutto negli ultimi anni, nella versione con barba bianca da vecchio saggio un po’ matto, seppe dire sempre quello che pensava, con spirito libero e senza compromessi o tornaconti personali.