A una settimana esatta dalla scomparsa della ventiduenne Giulia Cecchettin e di Filippo Turetta, arriva la tragica notizia: la ragazza è morta. Dalle ore sette di questa mattina erano in corso alcune ricerche nella zona del pordenonese, queste coordinate dalla prefettura. Nello specifico, erano in azione i vigili del fuoco con personale specializzato nella ricerca di persone, insieme alle squadre speleo-alpino-fluviali e ai sommozzatori. Le operazioni si erano concentrate nei pressi del lago di Barcis, dove è avvenuta la tragica scoperta pochi minuti prima di mezzogiorno di sabato 18 novembre. In un canalone lungo la strada che dal bacino d'acqua porta fino alla stazione turistica di Piancavallo, è stato rinvenuto il corpo senza vita di una giovane donna. Tutto ha portato a pensare che si trattasse proprio di Giulia Cecchettin, e la drammatica conferma è arrivata poco dopo dalla procura di Venezia e dai carabinieri. Il cadavere della ragazza, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, avrebbe gli stessi abiti indossati al momento della scomparsa. Si chiude così quello che si è rivelato essere l'ennesimo caso di cronaca nera e di femminicidio. Le ricerche ora si concentrano su Filippo Turetta, al momento l'intera zona è sorvolata dagli elicotteri che stanno sorvolando sull'intera area della Valcellina e del lago di Barcis. Una vettura identica a quella del ragazzo (una Fiat Grande Punto nera) è stata trovata nelle vicinanze, più precisamente nel parcheggio dei villeggianti. Sono ancora in corso una serie di accertamenti, anche se al momento non sembra essere la stessa vettura di Turetta. Nelle ultime ore inoltre erano arrivate le conferme riguardo al suo passaggio in Austria, più precisamente Lienz (Tirolo), avvenuto mercoledì 15 novembre.
Negli scorsi giorni una briciola di ottimismo, necessaria in questi casi, riusciva ancora a non far crollare le speranze della sorella e del padre di Giulia. Ma le indagini sono andate avanti, e la scoperta di un video ripreso da una telecamera di sorveglianza aveva spazzato definitivamente via ogni granello di fiducia rimasto. Il filmato in questione riprendeva l’aggressione di Filippo ai danni della ragazza. “Le immagini non sono nitidissime” hanno premesso gli inquirenti, ma la dinamica è chiara: Giulia fugge dall’auto, lui la rincorre, e dopo averla raggiunta la colpisce talmente forte da farla cadere a terra, esamine. Poi la carica in auto, nella sua Fiat Grande Punto color nera targata FA 015 YE, accende il motore e parte. Le immagini, queste riprese da una telecamera esterna nella zona industriale di Fossò, sono state così descritte dai magistrati di Venezia nel mandato di arresto europeo (accertato il suo passaggio in Austria) ai danni del ventiduenne padovano, ora indagato per tentato omicidio: "Egli poneva in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte colpendola al fine di evitare che la stessa fuggisse" e poi ancora: "Come conseguenza della propria azione le produceva ulteriori ferite e ulteriori sanguinamenti che determinavano che la parte offesa rimanesse a terra apparentemente esanime mentre Turetta caricava il suo corpo nella propria auto, allontanandosi dal luogo dei fatti e rendendosi immediatamente irreperibile". Sul luogo dell'aggressione i Ris hanno rinvenuto chiazze di sangue e capelli, sui quali verranno svolti degli accertamenti. Man mano che il caso si faceva sempre più nero, la descrizione di Filippo Turetta offerta dai suoi conoscenti cambiava, e di quell’immagine di bravo ragazzo disegnata poche ore dalla scomparsa della coppia oramai non rimaneva più nulla. Negli ultimi giorni infatti, stando alle testimonianze di amici e parenti di Giulia, si stava delineando il profilo di un “geloso e possessivo”, come sottolineato dalle parole dalla sorella della ventiduenne scomparsa in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Occorre ora tracciare un quadro completo degli avvenimenti, perlomeno di quelli di cui siamo a conoscenza. Tutto ha inizio nella giornata di sabato 11 novembre. Ore 18: Filippo passa a prendere Giulia con la sua auto, destinazione il centro commerciale Nave de Vero a Voghera. Ore 20: la coppia viene ripresa dalle telecamere del McDonald’s durante la cena. Ore 22:43, Giulia invia l’ultimo messaggio su WhatsApp alla sorella Elena. Ore 23:00, i cellulari dei due ragazzi si agganciano per l’ultima volta ad una cella telefonica, sono a Fossò. Dopodiché il buio più totale. Giorno dopo giorno il mistero si infittiva, eppure alcune dinamiche si facevano sempre più nitide con il passare del tempo. Dal primo (possibile) avvistamento nei dintorni di casa di Giulia, “Ho visto due ragazzi che litigavano per strada accanto ad un’auto nera – ha detto l’uomo nella denuncia fatta ai carabinieri –. Lei gli urlava ‘lasciami!’. Lui l’ha costretta a salire sulla vettura”, al giorno in cui la ragazza avrebbe dovuto laurearsi. Poi il violento video dell’aggressione che ha cancellato ogni possibile ipotesi di una fuga d’amore, e oggi il tragico rinvenimento. Il caso ha conquistato l’Italia per una settimana intera, e l’Italia per una settimana intera si è chiesta: “Ma Giulia dov’è?”. Oggi, purtroppo, l’ha scoperto.