Il nuovo programma “Road to Meraviglie”, condotto da Stefano Bini, in onda tutte le domeniche su Rai Premium alle ore 14:00, è una viaggio culinario alla ricerca delle tante curiosità preziose della nostra penisola. Stefano Bini, che già avevamo conosciuto con “Wild Food Maremma”, non è neofita di questo mondo: viene da una famiglia di ristoratori, da sei generazioni. A questa conoscenza si unisce la passione per l’intrattenimento che racconta con entusiasmo innato.
Road to Meraviglie sta riscuotendo un grande successo. Che periodo è questo per te?
È un periodo di grande lavoro, infatti non ho fatto un giorno di vacanza. Oltre a Road to Meraviglie su Rai Premium e Rai Play, quest’estate ho condotto Le Casellanti su Rai Isoradio, alcuni eventi e poi ancora le collaborazioni giornalistiche. Sono molto stanco ma devo tenere duro fino a fine settembre. Insomma, provato ma decisamente soddisfatto! Gli ascolti del programma sono buoni, media nazionali e internazionali ne hanno parlato, quindi non posso essere altro che felice.
Credo sia interessante il dibattito che si è creato negli ultimi tempi fra cibo e identità. Siamo alla ricerca del cibo tradizionale e genuino, della “ricetta della nonna”. Poi finiamo col mangiarlo in luoghi omologati. Penso ai cibi pronti nei supermercati o alla possibilità delle consegne a domicilio, anche. C’è davvero un’identità in questo modo di vivere?
Il discorso sarebbe lunghissimo. Con Road to Meraviglie, nelle puntate andate in onda e in quelle che verranno, ho voluto far conoscere al telespettatore un’Italia diversa, un paese di piccolissimi borghi, con cucina tipica e forte identità, che a parer mio va riscoperta. Ora, a me non vedrai mai entrare in un fast food, però trovo molto interessante ildelivery che porta a casa pizza, cibi della tradizione, specialità regionali e tutto ciò che ci appartiene sotto il profilo culinario. Bisogna guardare alla tradizione e all’identità anche con un occhio al futuro, l’importante è non snaturarle. Finché i supermercati avranno cibi pronti ma che appartengono alla nostra cultura ok; quando arriveranno farina di grillo e insetti fritti non credo entrerò mai in quei reparti e inviterò gli altri a non farlo. Certe persone, mi fanno il paragone con il sashimi ma forse non sanno che nel sud Italia si mangia pesce crudo da sempre. Gli insetti lasciamoli ad altre culture che sono ben felici di mangiarli.
Credi che il mondo televisivo possa essere il giusto veicolo di una divulgazione come la tua?
Certo che sì, basta che non si omologhi. Bene conoscere altre culture ma non sono mai stato e mai sarò per la globalizzazione culinaria. Senza la cultura, che rappresenta la cucina, l’arte e la trazione, l’Italia morirebbe. Il nostro paese è il più bello del mondo e la conservazione culturale è l’unico modo che abbiamo per renderlo ancora più unico. Chi ha visto Road to Meraviglie, si è accorto che non siamo né Linea Verde né Melaverde, programmi bellissimi ma che raccontano storie con una dinamica diversa. Siamo tre contenitori che s’incanalano nella stessa categoria ma con un modus operandi ben diverso.
Dove è nata l’idea per questo nuovo programma? L’essere nato nel mondo della ristorazione ti ha avvicinato a questo mondo fin da piccolo, immagino.
L’idea è nata l’anno scorso, sotto il periodo natalizio. Venivo dalla conduzione di un importante programma di Discovery, Wild FoodMaremma su Food Network, e ho sentito l’esigenza di fare un passo avanti. Seppur nipote e figlio di ristoratori da sei generazioni, ho passato più di metà della mia vita in studi televisivi, radiofonici e nelle redazioni, quindi per Road to Meraviglie ho unito il mio presente nell’intrattenimento e il mio passato nella ristorazione, e devo scrivere che è venuto fuori un qualcosa di davvero originale. Fortunatamente, il pubblico e i dirigenti Rai apprezzano.
Per il programma avete girato vari paesi, li conoscevi già tutti? C’è un luogo che ti ha colpito in particolare?
Mi sono concentrato volutamente sulla Lombardia e sulla Toscana, ovvero la regione che mi ha adottato e quella che mi ha visto nascere. Essendo una prima stagione e non volendo deludere né pubblico né i miei “capi”, sono andato sul sicuro. Ho visitato e visiterò posti bellissimi ma le realtà che mi hanno più colpito sono state Livigno, in provincia di Sondrio, e Scarlino, nel grossetano.
Ci sarà una nuova edizione di Road to Meraviglie?
Credo e spero di sì. Sono un ottimista di natura! Gli ascolti sono buoni, il programma è in branded content, ci hanno già chiamato da tutta Italiae i dirigenti Rai sono soddisfatti. A fine settembre, massimo inizio ottobre, saprò se il programma avrà un’altra possibilità.
Punti a rimanere a lungo nel mondo della cucina o vorresti tornare all’intrattenimento?
Conosco bene il mondo culinario per ovvi motivi familiari, ma mi piacerebbe tornare ad una dimensione più televisiva e meno di nicchia.Non mi lamento poiché la Rai mi dà la possibilità di autorare e conduttore mie idee, però un artista ha sempre la necessità di crescere e fare cose nuove. Magari allineare un programma su una grande rete Raiin inverno e poi in estate un contenitore sulle piccole del digitale, perché no?
Cosa ti dà fastidio nel mondo dello spettacolo? E se non avessi fatto l’autore e il conduttore?
Se nella quotidianità mi danno fastidio le bugie, nel mio settore lavorativo non tollero il politicamente corretto e il buonismo. Cerco di evitare tali persone quanto più possibile! Per la seconda domanda, ho una teoria: non ci sono raccomandazioni o preparazioni che tengano, per fare l’intrattenitore ci nasci. Ricordo quando le maestre e le professoresse mi sceglievano come protagonista delle recite, senza che io mi proponessi ma solo perché in aula ero sempre quello che imitava e faceva divertire. E poi, ho iniziato la vera gavetta a sedici anni. Il mio è stato ed è un destino segnato. Però, se proprio dovessi abbandonare le scene, mi piacerebbe lavorare come manager accanto a Marina Berlusconi. A 37 anni, di cui 19 passati nell’editoria a vario titolo, qualche competenza l’ho acquisita!
Io sono lombarda, originaria di un paesino fra Brescia e Mantova. Sarebbe super figo vedere e riconoscere miei luoghi sul piccolo schermo. A quando uno speciale su polenta e spiedo?
QUANDO VUOI, TU CHIAMA E IO RISPONDO!