In The Art of Life, il documentario che nel 2016 raccontava vite e opere di David Lynch, verso il finale il regista stava seduto al tavolo da lavoro disegnando e dipingendo mentre intorno giocava una bellissima bimba bionda. Qualcuno l’avrà certo scambiata per la nipotina, invece è l’ultima figlia dell’inventore di Twin Peaks, si chiama Lula e oggi ha dieci anni, dunque quando è nata, Lynch ne aveva 67. A quell’età di norma si diventa nonni, eppure fare figli da vecchi non è cosa così assurda. Sei più maturo, equilibrato, paziente, saggio, ti spariscono le ansie. Quando è nato il mio Giovanni stavo per compierne 58 e la sua mamma 40. L’arrivo di Giovanni ha portato una tenerezza nuova nella nostra allargatissima famiglia, ora ha 4 anni, le sorelle 26 e 22, il fratello quasi 18, è un bimbo felicissimo, coccolato, tutti sono pronti ad accudirlo con amore e le sue scoperte quotidiane, il suo linguaggio fanno ridere tutti e diffondono nell’aria tanta serenità. Certo quando lo accompagno all’asilo si vede la differenza con gli altri padri quarantenni, però se uno è una rockstar può continuare a stare sul palco finché gli regge la pompa e i giovani, beh non li vede neanche.
La cronaca dunque riporta la notizia della nuova paternità di Roberto Cavalli, 82 anni, al sesto figlio, e invero la notizia sarebbe già la presenza di un patriarca mediterraneo nel mondo della moda dove bambini ne nascono pochi perché o sono gay o sono fluidi e i bimbi sono una rottura, un limite alla libertà nonostante l’esercito di babysitter che potrebbero portarsi dietro. Aggiungendo un altro tassello allo stereotipo del vecchio maschio italiano, la compagna di Cavalli ha 37 anni, dunque una ragazza, perché nella nostra linea estetica la donna deve essere sempre molto più giovane, così se per disgrazia uno dovesse morire se ne andrebbe con un volto fresco e due belle tette ancora sode davanti agli occhi.
Con Giorgio, questo il nome dell’ultimo Cavalli, papà Roberto sarà ancora più felice perché non c’è sentimento più intenso della nascita di un piccolo cucciolo. C’è chi sostiene che diventare padri da vecchi sia un sentimento troppo egoista, perché quel figlio lo vedrai crescere troppo poco e quando lui avrà bisogno di te non ci sarai. Forse è vero, però intanto chi fa figli resta un benemerito (mio padre di famiglia povera del sud aveva 13 fratelli) perché prova a contrastare il declino demografico di un Paese dove in tanti vogliono mantenere privilegi ed egoismi invece di mettersi in discussione o dividere con gli altri, nonché assicurare futuri contribuenti.
Auguri dunque a papà Roberto e a mamma Sandra Nilsson. Che si godano questo regalo della vita, il bimbo amato avrà sempre un sorriso particolare per il suo papà, non importano le rughe e le mani nodose quanto l’amore.