Awanagana Dasvidania. Ma il generale Roberto Vannacci non sembra anche a voi il vero erede di Alberto Sordi? Soprattutto dopo le ultime notizie che danno l’Albertone nazionale agente del Kgb e la partecipazione alla presentazione del libro di Vannacci a Verona – come scrive Repubblica – dei maggiori supporter di Putin in Italia. “Pennetta alla vodka m’hai provocato? Er caviale ‘o damo ar gatto”. È sempre un po’ di qua e un poì di là, Vannacci. È un americano o un moscovita a Roma? In realtà sembra sempre un po’ di qua e un po’ di là. Duro, puro, antiomosessuale, ma col kimono da Manuel Fantoni battente bandiera liberiana. “Putin m’ha cacciato ma a Mosca le donne girano tranquille di notte”. “Crosetto, m’hai provocato?” e si iscrive al sindacato anti Crosetto. Fa un saltello come Guido Tersilli: prima nega l’uscita del nuovo libro, che l’editore dava in uscita il 12 marzo, l’editore, nella persona di Stefano Peccatori, gli regge il gioco: “Non c’è nessun libro” (nonostante girasse la scheda editoriale per i preordini). Ma a distanza di qualche giorno, awanagana, altro saltello, la mano che si liscia il capello, ecco il libro in preordine su Amazon. Data di uscita, sempre il 12 marzo, titolo “Il coraggio vince”, 272 pagine, e – saltello – anvedi che copertina aho’. Perché c’era stato un po’ il dubbio che Guido Crosetto si fosse arrabbiato, mentre Vannacci gli sgambettava metaforicamente intorno: “Anvedi che divisa! Fischiettoooo... Me candido, nun me candido, m’avete fatto capo di Stato Maggiore convenzionato con la mutua? Grazie. Ma al lavoro nun c’è vengo. C’ho da fa’”: Vannacci, infatti, su 42 giorni dalla promozione è stato al lavoro solo sei: “Problemi familiari dice”, legittimo, legittimissimo, solo che in questi giorni, stando alle sue parole “non ho nessun libro pronto” sembra avere lavorato al libro, che è prontissimo. Di chi fa gli interessi Vannacci? La risposta alla fine del pezzo. Anche perché, oltre alle care “maschere” di Alberto Sordi, Vannacci sembra incarnare anche e soprattutto quella del Marchese del Grillo. Insomma, ma questo incarico è di prestigio? E tutto questo “prestigio” si risolva in 6 giorni di lavoro su 43? Ripetiamo: legittimo. Se non ci fosse la storia del libro, del secondo libro: per il primo è in corso una indagine, e sul secondo non ci sarà? O ci sarà perché Vannacci se ne impipa? E perché se ne impipa? Perché sta per dimettersi? Perché si è iscritto al sindacato anti Crosetto?
La scheda editoriale preparata da Piemme, e oramai ufficiale poiché pubblicata da Amazon, sta a metà tra una icoma gay e la notizia che Vannacci si dimetterà dall’esercito per candidarsi alle europee con la Lega senza la rottura di coglioni di Crosetto: “Il generale più famoso d'Italia, autore del libro più venduto e discusso del momento, "Il mondo al contrario", torna in libreria con la sua autobiografia. Un volume molto personale, che accompagna il lettore alla scoperta di un uomo che ha scelto di essere incursore in ogni momento della vita. Sempre in prima linea, protagonista di scelte imprevedibili e non convenzionali, capace di realizzare l'impossibile. Alla fine, il coraggio vince”. Siamo tra il “cruising” e la notizia delle “scelte imprevedibili”, “A’ Crose’… sai che c’è? Me dimetto”.
Perché intorno a Crosetto, fondatore di Fratelli d’Italia, ma anche querelatore di Alessandro Sallusti, sembra svolgersi una partita importante. Innannzitutto frocia: è più icona gay – come Raffaella Carrà – Crosetto, con la pelata ormonale, o Vannacci, col kimono alla Mishima (scrittore giapponese, di destra, ma con esplicito amore per i giuovini virgulti). Quale sarà il ring di questo incontro a Miss maglietta bagnata, se non il simbolo della convivenza sovietica-atlantista, e cioè Il Lettone di Putin? Li vediamo rotolare, come una lotta nel fango, magari – ove possibile – entrambi in bikini: Crosetto contro Vannacci. Con sfumature BDSM se possibile. È il match dell’anno delle europee. E mentre registriamo il ritorno di Donald Trump, con la sua “golden shower” (altro che “golden power”), ci chiediamo, in questo “dissing” che sembra più “pissing”, chi vincerà? E soprattutto, Vannacci, di chi fa gli interessi? Della Lega quando tutti i colonnelli non lo possono vedere e forse ma forse Salvini, con la candidatura di Vannacci andrà al macello. Dell’esercito? Sei giorni di lavoro su 42, per “motivi personale” che, come detto, sembrano più motivi editoriali (stando alle sue dichiarazioni e a quelle del suo editore). E insomma, dietro la domanda: “Ma Vannacci di chi fa gli interessi” sembra esserci una risposta proprio da Marchese del Grillo. Vannacci si fa gli affari di Vannacci. “Perché io so’ io… e voi nun siete un…”.