Il noto regista e produttore di cinematografia per adulti, Rocco Siffredi, ha rilasciato una lunga intervista in Francia al giornalista Jerome Goulon, in cui spiega la notizia, lanciata mondialemente da Francesca Fagnani a Belve su Rai 2, dettagliando perché ha smesso di girare, pur restando comunque in attività nel settore per del cinema per adulti, poiché collabora con suo figlio Lorenzo e sta costruendo una nuova piattaforma digitale, più utile e più regolamentata, rispetto agli attuali eccessi dell'hard online e soprattutto di ciò che è gratuito (ovvero piratato), diffuso e disponibile per tutti, minori compresi. Siffredi non le ha manda a dire: "Le piattaforme video hanno democratizzato tutto, dando ai giovani l’opportunità di farlo ed essere in grado di pubblicare e guardare contenuti senza alcun controllo". Sottolinea anche l'ignoranza mista a incoscienza, che riconosce nelle giovani generazioni: "Come quello che ho fatto con la mia Accademia: mi sono reso conto che c'era molta fragilità dentro alle ragazze della nuova generazione. Sono attratte dall'esca del guadagno facile che offrono alcune piattaforme, come MYM o OnlyFans, mettendosi in mostra senza rendersi conto di cosa stanno facendo, che può causare danni. Le ragazze devono capire che entrano nel mondo digitale le loro foto e i loro video, sono sul web per tutta la vita! Non si può tornare indietro". Nella lunga intervista sottolinea anche che il settore di una volta "non è più quello che si vede oggi: il s***o è diventato molto estremo". Spiegando che queste derive sono "in parte dovute alle politiche adottate da chi aveva la capacità di regolamentare l'online agli albori di Internet, ma non lo fece. Ciò ha avuto molte conseguenze e ha distrutto i veri professionisti, come Dorcel o Stagliano, per citarne solo alcuni, che hanno sempre fatto film con rispetto, a differenza di tutte le nuove piattaforme. E quelli storici, che rispettavano le regole, sono oggi in grave difficoltà a causa di queste piattaforme che non rispettano nulla e che hanno reso milionari alcuni a nostro danno". Tra scene estreme e doping, ha pèroseguito, "i nuovi produttori e i registi fanno qualsiasi cosa alle ragazze, perché è quello che chiedono i clienti. Il problema è che a clienti e registi non interessa davvero se la ragazza è brava o come viene trattata o meno durante le riprese. Penso che sia criminale! Ed è proprio per questo che il settore sta affondando! Nell'industria ci sono milioni di regole, mentre su Internet clicchi e nulla, nessuna regola". Siffredi illustra ai lettori francesi anche le differenze tra i lungometraggi del cinema e i siti che, tramite la pirateria online, pubblicano e diffondono gratuitamente spezzoni di video: "Le piattaforme hanno distrutto il settore. Queste persone non lavorano con una mentalità cinematografica, ma con un algoritmo che dice loro cosa fare e cosa trasmettere, senza limiti. Si sono fatti da soli, derubandoci dei film, che trasmettono gratuitamente sul web. Si sono arricchiti, e ora, fanno qualsiasi cosa".
E si trova in parte in linea con le attuali proposte sia in Francia, dove le richieste di inasprimento dei controlli d'accesso non riguardano solo i contenuti per maggiorenni, ma anche quelli per i minori, come su TikTok o Instagram e gli altri diffusissimi social network. Ma Siffredi si trova in accordo anche con le recenti dichiarazioni della ministra Roccella (a cui ha pure scritto privatamente su Instagram) e con parte dei concetti espressi dalla giornalista rad-fem Marina Terragni, che ha analizzato il settore a luci rosse online e gratuito e gli effetti che ha sui minori, dalle pagine del quotidiano Il Foglio. Afferma infatti Rocco Siffredi: "Dobbiamo inasprire le leggi rispetto a chi non rispetta nessuna regola, così che non possa più esercitare. Occorre anche essere molto attenti ai minori, perché loro possono avere un facile accesso ai video". Dichiarazione che, come fa notare il collega francese nella lunga intervista, potrebbe anche suonare ipocrita, poiché pronunciata da chi ha lavorato in quell'industria, che era una "nicchia" di Vhs quando esistevano ancora le videoteche nel secolo scorso, ma che oggi è invece diventata la narrazione mainstream: "Non sono un ipocrita, perché riconosco che sono uno tra i primi ad aver fatto l'estremo. Ma ho una precisazione importante: non ho mai mandato una ragazza in ospedale. Ho sempre considerato quello che facevo come una forma d’arte, con grande preoccupazione per il desiderio delle donne". Non solo, perché Siffredi pone l'accento sul ruolo femminile all'interno dell'industria per adulti: "Si è evoluta, e ho scoperto che le donne vogliono esprimersi sempre di più, essere attive e non passive nella sessualità. Oggi le donne possono farlo e vogliono: hanno preso il controllo. Molte attrici famose sono diventate produttrici, le donne non sono più necessariamente agli ordini di uomini, lo fanno loro. Sono di moda, ma il movimento femminista ti dirà che le donne sono manipolate. È molto strano". E il Rocco Nazionale ribadisce la necessità dell'educazione sessuale nella formazione dei giovani, soprattutto per evitare che conoscano come unico parametro la finzione, disponibile gratuitamente sul proprio smartphone: "Come vuoi spiegarlo ai giovani di oggi che quello che vedono su internet non è vero? Loro non sanno che gli attori si punturano per farlo diventare duro e che le ragazze sono anestetizzate. Gli attori naturali non esistono più, ma i giovani che guardano non lo sanno. Si chiederanno perché non hanno la stessa prestazione e quindi vanno in confusione. Ci vuole un'educazione sessuale per i giovani, per spiegare loro che cosa è la realtà".