È ora in carcere a Lodi il 22enne Elsayed Donia, l’uomo che venerdì mattina ha seminato il panico sull’autostrada A1 tra Casalpusterlengo e Lodi (qui il video). Il giudice ha infatti disposto la misura cautelare in quando “l’individue è pericoloso e aggressivo” e ci potrebbe essere il rischio di reiterazione del reato. L’uomo al momento senza fissa dimore ma che in passato risultava residente a Milano, avrebbe acquistato un regolare biglietto nella stazione di Firenze Santa Maria Novella e sarebbe partito con un Frecciarossa direzione Milano. Arrivato all’altezza di Lodi avrebbe tirato il freno d’emergenza e si sarebbe diretto sull’Autosole lanciando sassi e pezzi di segnaletica contro le autovetture e seminando il terrore fra gli automobilisti. Donia avrebbe raccontato al Giudice: “Mi hanno rubato il telefono alla Stazione di Santa Maria Novella, mi hanno fatto tante cose brutte. Allora ho deciso di prendere il treno per andare da mio zio a Milano per prendere soldi. Non mi va più questa vita di merda. Poi ho fermato il treno e sono sceso. Mi sono diretto in autostrada, volevo un passaggio, ma nessuno si è fermato. Così ho iniziato a lanciare sassi verso le auto. Cercavo di parlare con qualcuno”. Sarebbe dunque questa la giustificazione al folle gesto che poteva costare la vita a diversi automobilisti, una trentina in tutto quelli colpiti di cui 14 hanno già presentato denuncia.
In più sulle minacce di morte rivolte agli agenti di Polizia avrebbe dichiarato: “volevo solo far del male a me, non ho mai minacciato i poliziotti.” Vista la pericolosità dell’uomo e il suo evidente squilibrio -Doria infatti si sarebbe autoinflitto diversi tagli al collo con un taglierino- dopo 24 trascorse nel reparto di psichiatria all’Ospedale di Codogno, l’egiziano è stato processato sabato mattina per direttissima dal Tribunale di Lodi con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, minacce e detenzione di armi. Il sostituto procuratore ha dunque chiesto e ottenuto dal giudice la convalida del fermo e la misura cautelare del carcere in quanto “la condotta dell’uomo è stata minacciosa e violenta. Gli agenti sono stati costretti a utilizzare il taser per immobilizzare il 22enne. L’uomo nutre un forte risentimento verso gli altri, come ha lui stesso dichiarato. Può ripetere il gesto. Inoltre il soggetto è senza fissa dimora. Quindi l’unica misura che si ritiene idonea è quella del carcere”. L’egiziano dovrà quindi attendere il prigione il seguito del processo che si terrà il 9 settembre presso il Tribunale di Lodi.