Un tentativo di estorsione mascherato da “regalo” richiesto con leggerezza, ma che nasconde un piano molto più articolato? Raoul Bova, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, si sarebbe ritrovato al centro di un meccanismo studiato nei dettagli, che oggi rischia di travolgere anche altri personaggi pubblici. Tutto è iniziato con una denuncia presentata dallo stesso Bova alla Polizia Postale nei primi giorni di luglio, dopo aver ricevuto sul proprio telefono un messaggio chiaro: o paghi, o rendiamo pubblica la tua relazione clandestina con la modella e influencer Martina Ceretti. Un’ipotesi di reato che ha già portato alla denuncia di Federico Monzino, 29 anni, rampollo di una nota famiglia imprenditoriale milanese, accusato di essere il primo anello della catena. Gli investigatori gli hanno sequestrato il cellulare, all’interno del quale avrebbero trovato le chat e gli audio che l’attore aveva scambiato con la Ceretti. Monzino nega però qualsiasi intento estorsivo: dice di non aver mai scritto a Bova per ricattarlo, ma ammette di aver inoltrato tutto a Fabrizio Corona e di averlo fatto con il consenso della stessa Ceretti.

Ma la storia non finisce qui. Anzi, potrebbe solo cominciare. Perché ora anche il telefonino della giovane modella è finito sotto la lente degli investigatori, che stanno passando al setaccio due anni di messaggi tra lei e Bova. La loro conoscenza, secondo quanto emerge, sarebbe iniziata proprio via social, con un messaggio diretto inviato dalla ragazza, seguita da oltre 100 mila follower, all’attore romano. Dopo il primo incontro in un hotel a Milano, la comunicazione si è fatta più intensa. Fino alla raccolta, da parte di Ceretti, di file audio compromettenti che oggi sono la base dell’inchiesta per tentata estorsione. Il dubbio degli inquirenti è che quello messo in atto contro Bova non sia un caso isolato, ma parte di un meccanismo più ampio: una rete di contatti, seduzioni e messaggi che potrebbero essere stati usati per colpire (e monetizzare) altri personaggi pubblici. Nella memoria del cellulare della modella ci sarebbero contatti con altri vip e figure note. Per ora lei non è indagata, ma la sua posizione potrebbe complicarsi.

Intanto, le versioni fornite da Monzino e Ceretti non combaciano. Lei ha provato a difendersi sui social parlando di una condivisione “in buona fede” dei file con l’amico. Lui, invece, ha dichiarato che Ceretti era perfettamente consapevole del passaggio di quei materiali a Fabrizio Corona, e che l’obiettivo della ragazza era “diventare famosa” attraverso la pubblicazione della storia con Bova. Una versione che non convince gli investigatori, soprattutto dopo che Corona ha pubblicato tutto sui suoi social, scatenando la reazione della compagna di Bova, Rocío Morales, che non era al corrente della relazione. Sul tavolo ora c’è anche il ruolo di Corona, al quale è stato notificato un decreto di acquisizione delle conversazioni intrattenute con Monzino e, con ogni probabilità, anche con Ceretti. L’analisi dei tabulati telefonici ha fatto emergere un dettaglio chiave: il ricatto a Raoul Bova, inviato da un numero con utenza spagnola intestata a terzi, è avvenuto prima che Monzino gli girasse quei messaggi. Un particolare che rimette tutto in discussione e che potrebbe presto allargare il campo dell’inchiesta.