Anche il sindaco di Milano, Beppe Sala, risulta indagato nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura milanese che mercoledì ha portato alla richiesta di arresti domiciliari per sei persone. Tra queste figurano l’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, e Manfredi Catella, uno dei principali sviluppatori immobiliari del Paese. Catella è alla guida di Coima Sgr, società anch’essa indagata, che gestisce oltre 10 miliardi di euro tramite 33 fondi sostenuti da investitori istituzionali, tra cui fondi sovrani di Singapore, Qatar e Abu Dhabi.
L’inchiesta riguarda complessivamente 21 indagati, tra cui l’architetto Stefano Boeri, già interdetto nei mesi scorsi da incarichi nella pubblica amministrazione. Il filone odierno è connesso a un’altra indagine che, lo scorso marzo, aveva portato all’arresto dell’ex direttore dello Sportello Unico Edilizia comunale Giovanni Oggioni e aveva fatto emergere pressioni per l’introduzione di un possibile condono edilizio ribattezzato «Salva-Milano».

Le accuse nei confronti del sindaco
Due le ipotesi di reato contestate a Beppe Sala. La prima riguarda «false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone». Secondo i magistrati, nel dicembre 2024 Sala avrebbe riconfermato Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio nonostante fosse a conoscenza dei suoi conflitti d’interesse con soggetti coinvolti in progetti esaminati dalla stessa Commissione. Gli inquirenti sostengono che «il sindaco sia stato indotto dall’assessore Tancredi a scegliere Marinoni come presidente della Commissione Paesaggio, conferendogli un potere da cui è pacifico che sia Tancredi per primo a trarre illeciti benefici, e nella consapevolezza che dalla Coima di Catella, così come da altri imprenditori, Marinoni riceva incarichi privati che lo condizionano nelle decisioni sugli interventi di loro interesse».
La seconda accusa è di concorso in «induzione indebita a dare o promettere utilità» in relazione al progetto di ristrutturazione del cosiddetto “Pirellino”, l’ex sede della Regione Lombardia in via Pirelli, promosso da Catella e firmato da Boeri.
Il progetto Pirellino e le pressioni
L’inchiesta ricostruisce una serie di pressioni esercitate nel corso del 2023 per ottenere il via libera al progetto, inizialmente bocciato dalla Commissione Paesaggio. Secondo i pm, «Tancredi, pressato da Boeri e da Catella, e minacciato della “rottura” che la mancata approvazione del progetto avrebbe provocato», avrebbe «insistito a sua volta dietro le quinte con Marinoni, riferendogli anche che il sindaco Sala aveva ricevuto le rimostranze di Catella e Boeri affinché si decidesse ad esprimersi favorevolmente, confezionando ad arte e “trovando argomenti” per un parere almeno “favorevole condizionato” per mettersi al riparo dagli attacchi di Catella e Boeri».
Il 23 marzo e il 18 maggio 2023 la Commissione aveva espresso parere negativo, definendo l’intervento inammissibile per l’impatto volumetrico. Marinoni avrebbe commentato: «Praticamente una barriera di 30 metri per 40 alta 100». Tuttavia, il 22 giugno 2023 il parere si ammorbidisce, diventando «favorevole condizionato». Il giorno precedente, secondo gli inquirenti, Boeri invia un messaggio vocale a Catella: «Ciao Manfredi, sono stato in Comune oggi da Christian (Malangone, ndr.) e c’era lì anche Giancarlo (Tancredi, ndr.) casualmente, poi è arrivato anche Mario (forse Vanni, allora capo di gabinetto di Sala, ndr)... Puoi immaginare tutto lo stress e le mie grandi preoccupazioni in vista di domani. Come sempre Giancarlo molto sfuggente, mi è sembrato che Christian e Mario abbiano colto il vero rischio, che si vada ad una rottura che sarebbe davvero dolorosa per tutti (…) Però bisogna che Beppe (Sala, ndr) convochi Marinoni e ci parli, io ho sentito anche Beppe e gli ho inviato un messaggio dicendo: “Guarda, a livello personale, da amico ad amico, ti dico che c’è una situazione che mi fa paura, non fa bene...”».

Il cambio di linea e il ruolo del sindaco
Sempre secondo la ricostruzione dei magistrati, il 21 giugno 2023 Tancredi avrebbe fatto pressione su Marinoni perché cambiasse parere: «Tancredi pressa Marinoni affinché il giorno dopo dia un parere favorevole al progetto di Boeri, sottolineando che così avrebbero evitato attacchi a lui personalmente (cioè a Tancredi, ndr.) e ripercussioni negative per tutti gli altri, e informandolo che Boeri “ovviamente” aveva già parlato con il sindaco Sala». Marinoni avrebbe replicato che l’assenza di modifiche al progetto da parte di Boeri rendeva complicata la motivazione di un parere positivo, ma avrebbe comunque garantito di esprimere un parere favorevole.
Nel telefono di Boeri, sequestrato in precedenza, la Guardia di Finanza ha trovato un messaggio WhatsApp indirizzato a Sala. Gli inquirenti lo definiscono un messaggio dai toni «molto risoluti e di comando». Boeri conclude il messaggio scrivendo: «Prendilo come warning per domani». Sala risponde: «Mi dicono che non è solo il presidente (Marinoni, ndr.). So quello che mi riferiscono. E devo fidarmi del giudizio di Giancarlo (Tancredi, ndr.). Domani mattina comunque rivedo con calma».
Il 22 giugno 2023, Boeri invia due messaggi vocali a Catella informandolo che il progetto ha ottenuto il parere «favorevole condizionato» e che le precedenti obiezioni di Marinoni «sono sparite completamente». Secondo la Procura, il successivo 5 ottobre 2023 Marinoni avrebbe «ceduto alle pressioni indebite di Boeri, di Catella e di Tancredi, e a quelle mediate di Sala», portando la Commissione a esprimere il parere richiesto, «a testa bassa».
