Un bambino di 6 anni e un ragazzo di 20 sono morti in un attentato che ha causato anche cinque feriti. È accaduto a Gerusalemme e entrambe le vittime sono israeliane. Si è trattato, secondo quanto riferito dalle autorità, di un attacco lanciato con un’auto (una Mazda blu) contro un gruppo di persone in attesa ad una fermata dell’autobus nel rione di Ramot, quartiere ebraico della parte est della città. E così, ancora una volta, è tornato il clima di terrore dopo altri sanguinosi attentati, come quello del 27 gennaio in cui furono uccisi 7 israeliani nei pressi di una sinagoga in pieno shabbat. Tra i feriti altri due bambini, uno di 8 anni in condizioni critiche e uno di 10 con ferite meno gravi. L’autore dell’attentato, invece, è stato identificato dalla polizia in Hussein Karake. Si tratta di un 31enne residente nel rione arabo di Issawie a Gerusalemme est e con residenza israeliana. I motivi del gesto non sono ancora chiari, visto che non è giunta, per ora, nessuna rivendicazione. Dopo l’attentato, l’uomo è stato colpito a morte da un agente della polizia fuori servizio.
“E’ stata una scena difficile, con un terrorista che aveva colpito con violenza una fermata di autobus dove c’erano molte famiglie. Quando siamo arrivati c’era confusione: gente e bambini abbigliati con i vestiti dello shabbat stesi a terra vicino la fermata, alcuni sofferenti per le gravi ferite e grida di aiuto da tutte le parti” ha spiegato Dovi Weinstern, membro dell’organizzazione volontaria Zaka. Dal canto suo, il premier Benyamin Netanyahu ha dichiarato di aver immediatamente convocato una riunione di sicurezza e di aver ordinato un aumento delle forze sul campo, oltre ad aver dato disposizioni di apporre i sigilli alla casa di Karake. Una decisione che ha preceduto la demolizione dell’abitazione in base alle nuove norme approvate dal governo dopo lo scorso attentato.