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Scoperta maxi-frode internazionale sui carburanti, sequestrati 17 distributori

  • di Alessio Mannino Alessio Mannino

24 marzo 2023

Scoperta maxi-frode internazionale sui carburanti, sequestrati 17 distributori
La Guardia di Finanza ha ricostruito un complesso carosello di finte società con cui si comprava e rivendeva a prezzi stracciati benzina e gasolio dall’estero evadendo l’Iva. Scattati i sigilli per 17 distributori nel Nord Italia, finiti sotto sequestro 150 milioni di euro

di Alessio Mannino Alessio Mannino

La Guardia di Finanza scova un raffinato “carosello” fiscale per evadere l’Iva. Con un complesso sistema di società esistenti solo sulla carta (“cartiere”), un’impresa di Parma acquistava gasolio e benzina da raffinerie slovene e croate evadendo l’Iva e rivendendo la merce a un prezzo molto ribassato. L’inchiesta era iniziata nel 2019: la Fiamme Gialle si erano insospettite davanti ad alcuni prezzi anomali in stazioni di rifornimento in provincia di Parma. Indagando sono risaliti al meccanismo della frode, che consisteva in una triangolazione fra residenti a Miami, Napoli e Dubai, che compravano i due tipi di carburante in Croazia e Slovenia e le rivendevano ad aziende inglesi e rumene e a 31 imprese cartiere, e in qualche caso ad una società-filtro in provincia di Potenza.

guardia di finanza Giulietta
Volanti della Guardia di Finanza

La benzina e il gasolio invece venivano depositati in provincia di Parma e venduti in 17 distributori che così erano in grado di fissare un prezzo molto più basso del normale. Le 17 stazioni sono state poste sotto sequestro: sono pompe bianche, cioè senza loghi delle multinazionali petrolifere. Si trovano in Emilia ma anche nelle provincie di Lodi, Brescia e Verona. Il gip di Parma ha inoltre emesso ordine di sequestro preventivo anche per due società del settore dei carburanti e di sette persone, fra i quali tre sono indagate per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. Scattati i sigilli anche per il deposito di Parma, per vari immobili e diverse disponibilità finanziarie. Il valore complessivo dei beni sequestrati è di 150 milioni di euro, a fronte di un danno per l’erario stimato in 90 milioni.

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