Luci e ombre. Spiragli e ritardi. Un destino, quello di Napoli. La capitale del Mezzogiorno sta collezionando in questi mesi dati economici positivi e al tempo stesso negativi sulla sua salute economica. Lotta con i suoi problemi, alcuni cronici, ma è viva. E ci prova. Sotto certi aspetti corre anche più delle altre metropoli italiane. Per esempio, ha fatto il pieno di turisti nei primi sei mesi dell’anno in corso. Un trionfo per le strutture ricettive, che si ritrovano inondate di prenotazioni ben oltre il periodo delle feste natalizie. Un rapporto di Bankitalia (sui primi sei mesi del 2022) rivela che la Campania – con Napoli a trainare il dato – è migliorata un po’ in tutti i parametri economici (anche sui servizi) tornando ai ritmi dell’era pre-pandemia. Soprattutto, l’espansione della regione, secondo Bankitalia, è dovuta al flusso senza sosta di turisti internazionali: nella prima parte del 2022 tra Napoli e il resto della Campania c’è stato il quadruplo dei visitatori rispetto al 2021.
Il contributo alla crescita di Napoli e della Campania, rivela sempre Bankitalia, è dovuto anche al significativo balzo in avanti dell’export, passato dal 12,8% del 2021 al 27,8% del 2022, a una marcia più sostenuta della media italiana (22,5%) e un po’ meno intensa rispetto al dato complessivo del Mezzogiorno (poco oltre il 32%). I settori che corrono di più: agroalimentare, farmaceutica, metallurgico. C’è anche la ripresa dell'aeronautica. Insomma, l'economia non langue. Anzi. Come spesso accade, i dati economici su Napoli aprono a una doppia veduta della capitale del Mezzogiorno. Lo Svimez, per esempio, certifica con il suo ultimo report la pessima condizione del lavoro femminile in Campania. Donne al lavoro solo per il 29% complessivo (il 49% in Italia), mentre in Europa si scollina oltre il 63%. Il dato campano sull’occupazione femminile è il più basso d’Italia, tra i più bassi in Europa. Tra le motivazioni, fa sapere lo Svimez, ci sarebbe un apparato industriale debole a dispetto dell’importante dimensione demografica. Una riflessione che tocca soprattutto Napoli. La Campania è la seconda regione d’Italia per abitanti.
Poi, ci sono i dati sui percettori dell’ormai discusso reddito di cittadinanza, che per una parte dei percettori sparirà nel 2024. E che finisce a 202 napoletani su 1000, misura di sostegno al reddito per 255 mila famiglie, secondo le stime Istat dello scorso giugno, sugli 1,7 milioni di percettori nel Meridione e i 436 mila al Nord. L’accesso così numeroso al Rdc è una delle fotografie del lavoro che non c’è, di una classe imprenditoriale in difficoltà. Di un sistema che non riesce a produrre occupazione. In Campania, specialmente a Napoli, però si registra anche una crescita record di manager privati. Secondo le stime di Manager Italia, l’incremento nella regione è stato del 25%, il triplo rispetto al dato nazionale (+5,4%). L’aumento più significativo di manager si registra nel terziario, assai più basso invece nel settore industriale. Si tratta in ogni caso di un elemento che certifica il tentativo di una capitale come Napoli e della regione Campania di colmare il divario con il Nord. Ci si affida ai manager – è stato il ragionamento del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – per colmare le lacune della macchina amministrativa, debole di fronte alle sfide della città. Poi, ci sono i dati sull’innovazione, con la Campania terza regione d’Italia con la più elevata incidenza di startup innovative (1245, l’8,9% a livello nazionale), 625 registrate sotto la provincia di Napoli solo nel terzo trimestre del 2021, secondo i dati Startup Geeks, sulla base di un’analisi del Cruscotto di Indicatori Statistici del MiSe. Il problema è mettere assieme questi dati. Legarli, riuscire a produrre una crescita omogenea. Non basterà ovviamente il prestito da 1,2 miliardi (in 20 anni), il Patto per Napoli sottoscritto dal Comune di Napoli e dal governo Draghi per colmare, almeno in parte, il disavanzo del Comune di Napoli. Non possono bastare, la crescita di Napoli e della Campania, come riferito da Bankitalia a giugno nel rapporto Divario Nord-Sud: sviluppo economico e intervento pubblico, è letteralmente bloccata dall’influenza della criminalità organizzata. Un freno da 15 punti percentuali. È la zavorra che impedisce a Napoli di volare.