Dopo una lunga battaglia legale, alla fine Exor - la holding della famiglia Agnelli che controlla il 14% del gruppo Stellantis - ha raggiunto un accordo con l’Agenzia delle Entrate per chiudere il contenzioso fiscale relativo allo spostamento in Olanda del 2016 della propria residenza. In questo modo, sborserà 746 milioni di euro, di cui 104 milioni come interessi; anche la “Giovanni Agnelli BV”, che a sua volta controlla Exor, salderà le proprie pendenze con il Fisco pari a 203 milioni (28 milioni per interessi). Il totale è di quasi un miliardo di euro, per la precisione 949 milioni. Il trasferimento, ha messo nero su bianco Exor, è stato giustificato “all’esigenza di armonizzazione dei sistemi di governance e di regole del diritto societario, non di convenienza fiscale: il trattamento fiscale sulle plusvalenze è praticamente uguale in Italia e in Olanda”.
La scelta, arrivata sei anni fa, è stata giustificata anche col fatto che l’Olanda fosse già la sede di diverse società controllate, come Cnh Industrial, Fiat-Fca e Ferrari e anche Stellantis nel 2021 ha scelto il Paese dei tulipani. In questo modo, il 95% di eventuali plusvalenze era escluso dal reddito imponibile della holding per la determinazione dell’Exit Tax. Tuttavia, con successiva sentenza, l’Agenzia delle Entrate ha sostenuto che l’esenzione non dovrebbe applicarsi ai casi in cui una holding trasferisca il proprio domicilio fiscale all’estero senza mantenere una stabile organizzazione in Italia, come è invece nel caso di Exor. La Exit tax è l’imposta una tantum sulle plusvalenze realizzate in occasione del trasferimento della residenza verso un altro Stato appartenente all’Unione europea. Nel frattempo, il contenzioso viene risolto mentre il governo italiano si appresta a varare un finanziamento di 400 milioni di euro per la costruzione del nuovo stabilimento Stellantis di batterie elettriche a Termoli.