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Sei formosa? Niente Paestum: “Io, più coperta di altre, lasciata fuori…” La denuncia della cantante Elisa Cipro

  • di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

6 settembre 2022

Sei formosa? Niente Paestum: “Io, più coperta di altre, lasciata fuori…” La denuncia della cantante Elisa Cipro
C’è un problema di discriminazione delle donne formose al Parco Archeologico di Paestum? O è “solo” bigottismo? Oppure è tutto troppo lasciato al giudizio personale? Sta di fatto che riguardo al dress code la cantante Elisa Cipro ci ha raccontato un episodio che l’ha vista coinvolta in prima persona: “Non mi hanno permesso di entrare a visitare il Parco perché il mio top per loro era indecente. Discriminata per il solo fatto di essere prosperosa, mentre altre ragazze con più carne scoperta della mia, ma con una corporatura esile, sono entrate senza problemi. E pensare che eravamo circondati da templi greci che celebravano la bellezza femminile in ogni sua forma...”

di Giulia Ciriaci Giulia Ciriaci

A quanto pare, al Parco Archeologico dei templi di Paestum è necessario un dress code decoroso per poter visitare il sito. Ma che significa decoroso? Sembrerebbe un concetto astratto lasciato soggettiva e forse non sempre coerente interpretazione degli addetti al lavoro. Abbiamo raccolto la testimonianza della cantante Elisa Cipro, che in veste di turista è incappata in un episodio spiacevole quanto imbarazzante: “Con indosso un pantalone lungo fino ai piedi, e un top, non mi è stato permesso di entrare. La motivazione? In un luogo di cultura bisogna coprirsi. Parole accompagnate da facce schifate che mi hanno fatto sentire fuori luogo e dato così il benvenuto a Paestum. Al che mi sono domandata quale fosse la quantità di pelle che a una donna è consentito lasciare scoperta”.

Interrogativo legittimo, che forse non ha una risposta o regola unica, ma che varia da corpo a corpo. Chissà se a una ragazza più esile avrebbero mosso le stesse dimostranze. Probabilmente no: “Io sono indecorosa dal momento che sono prosperosa? Per una società bigotta sì, dove le donne vengono considerate come un mero oggetto sessuale da mercificare. Dagli sguardi che mi hanno rivolto si capiva benissimo che la pensassero così, nonostante fossimo circondati da templi greci che celebravano il corpo femminile in tutte le sue forme”.

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Sguardi storti e parole con un peso che non provengono dagli uomini, ma dall’universo femminile, il che rende la questione ancora più preoccupante. Altrove, magari fuori dall’Italia, non sarebbe stato lo stesso: “Io vivo a Londra, dove questo tipo di situazione credo che non accada, nessuno mi avrebbe fermato per dirmi una cosa simile. Chissà se chiedono anche la fedina penale, o se a una Drag queen è permesso di entrare”. Eppure, molte foto scattate all’interno del sito archeologico dimostrano come questo dress code decoroso non valga per tutti: “La quantità di carne che io avevo scoperta era molto inferiore rispetto a quella di una ragazza con indosso dei pantaloncini corti e una canottiera con scollo a v, ma su una persona di corporatura mingherlina questi dettagli passano inosservati. Ho scelto di adattarmi alla loro richiesta perché per me visitare i templi era più importante. Una volta dentro ho tolto la maglietta per scattare delle foto, e immediatamente mi è stato urlato contro di indossarla di nuovo”. Sito di cultura con delle regole di abbigliamento che lo assimilano a luoghi religiosi come chiese e simili. Un Parco Archeologico che nel pieno del caldo estivo si è mostrato in tutta la sua mancata laicità…

20220905 233608573 2128Turiste al Parco Archeologico di Paestum
Turiste al Parco Archeologico di Paestum

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