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Sul gas Usa, Norvegia e Olanda guadagnano a nostre spese. Alla faccia dell’Occidente compatto contro i russi... E intanto Draghi e Cingolani ci portano il carbone

  • di Redazione MOW Redazione MOW

6 settembre 2022

Sul gas Usa, Norvegia e Olanda guadagnano a nostre spese. Alla faccia dell’Occidente compatto contro i russi... E intanto Draghi e Cingolani ci portano il carbone
Nella crisi internazionale del gas alcuni Paesi stanno macinando profitti enormi: il dito è puntato contro Stati Uniti, Norvegia e Olanda, alleati che però senza dimostrare particolare solidarietà (almeno dal punto di vista economico) stanno approfittando delle difficoltà dell'Italia e di altri partner. Nel frattempo Draghi e Cingolani decidono di spingere al massimo la produzione di energia tramite le centrali a carbone. Alla faccia della transizione ecologica... E la portavoce del Ministero degli esteri russo Maria Zahakarova ci asfalta: "Alla fine saranno gli italiani a pagare. E quando la vostra economia crollerà gli Yankee la ricompreranno a basso prezzo. Com'è sempre stato"

di Redazione MOW Redazione MOW

In una crisi c’è sempre qualcuno che ci guadagna. Nella tempesta speculativa che ha fatto schizzare in alto gli indici del prezzo del gas, alcuni Paesi stanno facendo enormi profitti alla faccia e sulle spalle di altri (teoricamente) alleati, come il nostro. E alla faccia della compattezza del fronte occidentale contro la Russia...

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Joe Biden, presidente degli Stati Uniti d'America

In primis vanno considerati gli Stati Uniti, che hanno incrementato con successo l’export di gas liquido (molto più costoso) nel continente europeo. Nel primo semestre 2022 - riferisce Libero - è arrivato a 35 miliardi di metri cubi, contro i 4 del periodo corrispondente nell’anno passato. Un aumento della richiesta che a corollario si è portata dietro, naturalmente, l’aumento del prezzo, salito da 8 a 24 dollari a megawattora.

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Jonas Gahr Støre, primo ministro norvegese

Ancora più cinicamente felice è la Norvegia (che, va ricordato, è fuori dalla Ue, ma è membro della Nato). Il Paese scandinavo ha sostituito la Russia come primo fornitore di gas dell’Europa, aumentando dell’8% gli scambi e raggiungendo così un livello stimato a 122 miliardi di metri cubi. “L’alleata Norvegia se la ride. Guadagnerà oltre 80 miliardi”, titola oggi Libero, sottolineando che “Oslo ha sostituito la Russia come primo fornitore di combustibile all’Europa, facendo affari d’oro. Questa estate ha già consegnato quantità pari a quelle che di solito inviava in tutti i mesi invernali”.

Anche l’Olanda finora ci ha lucrato, esportando in una Germania che boccheggia sul fronte energetico, anche se gli olandesi hanno ora il problema dello stop al giacimento di Groningen, che ha causato un pesante calo di produzione.

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Mika Lintila, ministro delle Finanze finlandese

E l'Italia? Dobbiamo essere stati cattivi, perché arriva un enorme carico di carbone, alla faccia della transizione ecologica: "Entro fine settimana - riporta Repubblica - il ministro Cingolani firmerà l'atto di indirizzo che consente alle centrali termoelettriche di marciare a tutta potenza. Con un incremento che dovrebbe aumentare di un 20-25% le stime di produzione di energia dalle grandi centrali a carbone e a olio, già attese a una produzione più che doppia rispetto al 2021". Si tratta di sei centrali a carbone e una a olio.

Il Corriere aggiunge che "si chiederà ai cittadini di contenere l'uso dell'acqua corrente, di preferire le lampadine a led, di risparmiare il gas ai fornelli con piccoli stratagemmi domestici. «Per ogni azione sapremo quanti metri cubi di gas saremo in grado di risparmiare - ha spiegato Cingolani nelle riunioni di governo - Se tutti i cittadini osserveranno le regole potremo risparmiare fino a 5,5 miliardi»".

Un piano "asfaltato" su Telegram dalla portavoce del ministero degli esteri di Mosca, Maria Zakharova: "Roberto Cingolani ha presentato il suo piano per ridurre la dipendenza dell'economia italiana dagli idrocarburi russi. È chiaro che questo piano viene imposto a Roma da Bruxelles, che a sua volta agisce su ordine di Washington, ma alla fine saranno gli italiani a soffrirne. [...] E quando la laboriosa economia italiana crollerà, gli Yankees la compreranno a buon mercato. Come è sempre stato. E non dovreste contare sugli investitori cinesi: dopo gli insulti inflitti dall'Occidente, Pechino non pagherà i conti degli altri".

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